biennale arte 2017, venezia |
Una miriade
d'immagini e suoni e colori e voci che hanno reso la mia prima Biennale d'Arte
unica e divertente.
Lo so lo so, come
si fa ad avere 40 anni e non essere mai andati a Venezia alla Biennale?
Bhè, per me la
risposta è semplice: non sono un'appassionata d'arte nel senso di uso comune di
questo termine; e poi si sa che molto spesso gli eventi a noi più prossimi,
sono quelli che non vediamo quasi mai o che ci attraggono di meno.
Tornando alla
Biennale, vi parlo con gli occhi di una in-esperta d'arte; dunque quello che
scrivo è più che altro frutto del mio sentire e delle emozioni che tutto ciò
che ho visto mi ha lasciato addosso o non mi ha minimamente toccato.
La prima tappa è
stata la visita ai Giardini. Bello l'ambient e spettacolari gli alberi che con
le loro foglie autunnali rendevano il tutto molto leggero, vivace e colorato.
30 padiglioni, visitati tutti insieme alla mia inseparabile compagna di viaggio
Nadia.
Le informazioni che
Nadia aveva letto su internet da chi alla Biennale c'era già stato, non erano
delle più esaltanti. Molti i commenti negativi da parte di chi di arte se ne
intende più di me.
Nella mia testa ho
pensato che viste le premesse, ho beccato la peggiore edizione. Ho scelto però
di non lasciarmi influenzare da questi commenti social e di vivermi le
sensazioni che le varie opere mi
avrebbero suscitato.
L'inizio non è stato
certo dei migliori visto che i primi padiglioni visitati sono stati deludenti.
In sintesi ai Giardini i padiglioni che consiglio caldamente sono : Giappone,
Corea, Russia, Repubblica Slovacca, Gran Bretagana, Austria ed Australia. Infine
consiglio il padiglione Viva Arte Viva ma solo per un cortometraggio con
protagonista un animale incrociato con un coniglio, un cane ed un topo che
porta lo spettatore a tuffarsi nell'arte ed in un mondo tutto colorato e
fantastico.
Il Giappone per
l'incredibile creatività e l'attenzione ai minimi dettagli.
La Corea per la
follia dell'ingresso in contrasto visivo con ciò che si scopre al suo interno.
La Russia per il
contrasto bianco nero che evoca in modo forte e deciso la storia di questo
paese.
La Repubblica Slovacca per l'effetto relax che mi ha regalato.
La Gran Bretagna
per le forme imponenti e colorate.
L'Austria perchè è
il solo padiglione interattivo di tutta la Biennale (inteso nel senso di poter
fisicamente toccare ed interagire con le opere stesse, cosa che invece in tutti
gli altri padiglioni era proibita con tanto di cartelli “Non toccare Grazie”).
L'Australia per la
bellezza delle fotografie.
padiglione giappone |
padiglione corea |
padiglione corea (interno) |
padiglione russia |
padiglione repubblica slovacca |
nadia che imita le opere del padiglione gran bretagna |
padiglione austria |
padiglione australia |
padiglione argentina |
Il giorno
successivo siamo in visita all'Arsenale.
Un consiglio: vi
sconsiglio di recarvi all'Arsenale alle 10 di mattino, orario d'apertura al
pubblico, perchè c'è troppa folla ed il rischio è di non apprezzare le prime
opere in cui ci s'imbatte causa ressa.
Dopo questa
necessaria premessa iniziamo il tour all'Arsenale.
L'inizio di questo
viaggio si snoda tra vari padiglioni: dello Spazio Comune, della Terra, delle
Tradizioni, degli Sciamani, Dionisiaco, dei Colori e del Tempo e dell'Infinito
(1/2).
Moltissime le opere
da vedere o da ascoltare, ma anche qui poco mi è arrivato a livello di
emozione.
Certo il padiglione
degli Sciamani non lascia indifferenti, come quello Dionisiaco o quello dei
Colori. Ma su questi non approfondisco
oltre proprio perchè sono molto soggettivi e personali e non sono riuscita a
goderli al top.
padiglione degli sciamani |
Proseguendo ho
apprezzato le opere dell'Argentina, della Georgia e della Nuova Zelanda.
Il padiglione
Italia mi ha messo addosso un'inquietudine pazzesca e a dirla tutta mi ha fatto
rabbrividire.
Tra gli altri
padiglioni che meritano uno sguardo particolare di sicuro le opere della Cina
sia nel padiglione attiguo all'Italia sia nella zona Nord dell'Arsenale dov'è
possibile vedere un video gigante effetto 3D sulla Città Proibita oppure
ammirare l'opera “United Nations-Man & Space” di Gu Wenda in cui si vedono
delle bandiere fatte con i capelli che 4
milioni di persone da tutto il mondo hanno donato per quest'opera. Uno
spettacolo!
opera del 1993 di gu wenda, padiglione cina |
arte nell'arte, padiglione cina |
Sempre all'Arsenale
Nord si può entrare nel padiglione del Libano dove sostare per circa 11 minuti
ed assistere al rituale di purificazione. In sostanza gli artisti riportano
l'attenzione ai drammi del nostro tempo fatto di guerra, oscurità mettendo l'accento sul dilemma che da sempre
assilla l'umanità : tenebre o luce. Lo scenario che si mostra ed i suoni che si
odono sono da pelle d'oca!
Ecco in sintesi la
mia esperienza di questa Biennale.
Credo che come ogni
cosa, anche l'arte sia bella perchè soggettiva. Certo è che non ho letto il
significato di tutte le opere viste perchè sarebbero state troppe le
informazioni da immagazzinare tanto da intasarmi i neuroni. Ma va bene così.
Ho apprezzato
qualcosa che non conoscevo, più per pigrizia che altro.
Ho compreso come in
realtà tutto è arte, anche le nostre quotidianità che ci sembrano piatte e
banali, è arte se ad ogni cosa vogliamo dare un significato che ci aiuta ad
esprimere noi stessi ed il nostro potenziale. È arte l'era digitale in cui
viviamo che ci permette di creare cose che un tempo non potevamo immaginare. È
arte la storia ed il passato. È arte il nostro presente.
In fondo siamo
tutti un po' artisti, chi in modo consapevole chi no, chi per scelta chi per
caso, chi per vocazione chi per divertimento.
arte viva arte lungo il canal grande |
Concludo con una
frase scritta in uno dei padiglioni visitati:
“Cos'è il bello se
non l'impossibile?
Cos'è un artista se
non un triplo pensatore?”.
io che cerco di entrare nell'opera d'arte |
Rendiamo le nostre
vite arte, il mondo sarà allora un posto migliore!