mercoledì 20 settembre 2017

Tra il parlare e l'ascoltare c'è di mezzo il comunicare

Immagino tutti conoscano il detto “tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare”. Bene, oggi forse sarebbe più corretto riprendere questo famoso detto modificandolo in “tra il parlare e l'ascoltare c'è di mezzo il comunicare”.

Ieri mi sono recata ad un incontro di lavoro assieme a Nadia. Il motivo dell'incontro per noi era chiarissimo e pensavamo fosse lo stesso per la persona interessata.
L'esito è stato un monologo di due ore e trenta da parte di questa persona , con brevi tentativi di Nadia di poter tirare le fila ed andare al sodo ma con risultati scarsi se non deludenti (non per causa sua).

Al di là del fatto che questa persona ha praticamente raccontato tutta la sua vita nei minimi dettagli e senza nessuna emozione, mi sono trovata a riflettere su concetti quali: ascoltare, parlare e comunicare.

Schematizzando quest'incontro la percezione arrivata è la seguente: monologo, bisognoso, creatore di scarso interesse verso gli interlocutori.

Lungi da me criticare, condannare o lamentarmi verso questa persona. Prendo spunto da quest'episodio per fare alcune riflessioni.

Sappiamo che quando si entra in relazione con l'altro, si cerca sempre di essere presenti, ascoltare con tutto l'interesse possibile, parlare con moderazione e non a spron battuto e via dicendo. Questo solitamente è per lasciare nell'altro un'impressione di noi quanto più positiva e possibilmente duratura.

Dale Carnegie, famoso scrittore, conferenziere e maestro nella gestione delle relazioni interpersonali direbbe che ci sono 6 modi per lasciare negli altri un'impressione duratura.

1. Interessatevi agli interessi altrui.

Si sa che una buona base di partenza per conoscere davvero la persona che abbiamo di fronte è quella di sapersi interessare veramente a lei; questo vale da entrambe le parti ed è il primo passo per   far diventare l'incontro un dialogo e non un monologo.

2 .Sorridete.

Secondo un sondaggio americano il 99,7 per cento delle persone adulte crede che un sorriso sia un importante bene sociale.

Sappiamo che un sorriso può migliorare le nostre giornate, gli incontri, può creare un'atmosfera adatta in situazioni difficoltose. Il sorriso è un canale di comunicazione importantissimo perchè fa capire a chi abbiamo di fronte che siamo felici di essere lì e di conoscerci. È un'arma potentissima che spesso dimentichiamo d'usare o che sfoderiamo solo per tornaconto personale.  Dunque impariamo ad usare saggiamente il potere di un sorriso.

3. Il potere dei nomi.

Sembrerà banale, ma comunicare con i nostri interlocutori chiamandoli per nome è fondamentale. Il nome è una sorta di marchio di fabbrica. Il nome di una persona è la rivelazione del carattere, della personalità, del destino.

4. Ascoltate di più.

Carneige direbbe che la capacità di ascoltare ha il potere di cambiare i cuori e le menti. È il potere di dare alle persone ciò che più desiderano: essere ascoltate e capite.

5. Parliamo di ciò che interessa gli altri.

Tornando all'esempio che apre questo post, la persona in questione non ha minimamente preso in considerazione che si stava relazionando con due persone che volevano a loro volta parlare e capire. In questa situazione la persona ha deciso di cosa parlare senza capire o chiedere se veramente c'interessava  e senza comprendere che quello che ci raccontava esulava dal motivo principale dell'incontro.
Il nostro interlocutore ha dimenticato l'aspetto più importante: costruire ponti per un dialogo.
Quando volete interessare gli altri, allora dovete parlare di cose che interessano loro.

6. Lasciate negli altri qualcosa di positivo.

Lasciare un'impressione positiva dovrebbe essere uno degli obiettivi finali di ogni incontro, soprattutto in caso d'incontri di lavoro. Questo permette di creare connessione e collaborazione.
Questo è il primo passo per poter avere un dialogo che si prolunga e mantiene nel tempo.
Il grande coach motivazionale Antony Robbins dice che la vera chiave per acquisire nuovi amici e collaboratori è “di spostare le relazioni da un piano manipolativo a un piano significativo”.


L'incontro di ieri non mi ha lasciato una buona impressione e rivedremo di certo questa persona solo per concludere quello che abbiamo iniziato, ma allo stesso tempo questa situazione mi ha dato lo spunto per scrivere quest'articolo e per comprendere ancora una volta che la comunicazione è vera e profonda solo quando crea valore e significato per noi stessi e per i nostri interlocutori.

(in corsivo estratti del libro Come trattare gli altri/ e farseli amici nell'era digitale -autore Dale Carnegie- edizione Bompani)





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