Immagino tutti
conoscano il detto “tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare”. Bene, oggi
forse sarebbe più corretto riprendere questo famoso detto modificandolo in “tra
il parlare e l'ascoltare c'è di mezzo il comunicare”.
Ieri mi sono recata
ad un incontro di lavoro assieme a Nadia. Il motivo dell'incontro per noi era
chiarissimo e pensavamo fosse lo stesso per la persona interessata.
L'esito è stato un
monologo di due ore e trenta da parte di questa persona , con brevi tentativi
di Nadia di poter tirare le fila ed andare al sodo ma con risultati scarsi se
non deludenti (non per causa sua).
Al di là del fatto
che questa persona ha praticamente raccontato tutta la sua vita nei minimi
dettagli e senza nessuna emozione, mi sono trovata a riflettere su concetti
quali: ascoltare, parlare e comunicare.
Schematizzando
quest'incontro la percezione arrivata è la seguente: monologo, bisognoso,
creatore di scarso interesse verso gli interlocutori.
Lungi da me
criticare, condannare o lamentarmi verso questa persona. Prendo spunto da
quest'episodio per fare alcune riflessioni.
Sappiamo che quando
si entra in relazione con l'altro, si cerca sempre di essere presenti,
ascoltare con tutto l'interesse possibile, parlare con moderazione e non a
spron battuto e via dicendo. Questo solitamente è per lasciare nell'altro
un'impressione di noi quanto più positiva e possibilmente duratura.
Dale Carnegie,
famoso scrittore, conferenziere e maestro nella gestione delle relazioni
interpersonali direbbe che ci sono 6 modi per lasciare negli altri
un'impressione duratura.
1. Interessatevi
agli interessi altrui.
Si sa che una buona
base di partenza per conoscere davvero la persona che abbiamo di fronte è
quella di sapersi interessare veramente a lei; questo vale da entrambe le parti
ed è il primo passo per far diventare
l'incontro un dialogo e non un monologo.
2 .Sorridete.
Secondo un
sondaggio americano il 99,7 per cento delle persone adulte crede che un sorriso
sia un importante bene sociale.
Sappiamo che un
sorriso può migliorare le nostre giornate, gli incontri, può creare
un'atmosfera adatta in situazioni difficoltose. Il sorriso è un canale di
comunicazione importantissimo perchè fa capire a chi abbiamo di fronte che siamo
felici di essere lì e di conoscerci. È un'arma potentissima che spesso
dimentichiamo d'usare o che sfoderiamo solo per tornaconto personale. Dunque impariamo ad usare saggiamente il
potere di un sorriso.
3. Il potere dei
nomi.
Sembrerà banale, ma
comunicare con i nostri interlocutori chiamandoli per nome è fondamentale. Il
nome è una sorta di marchio di fabbrica. Il nome di una persona è la
rivelazione del carattere, della personalità, del destino.
4. Ascoltate di
più.
Carneige direbbe
che la capacità di ascoltare ha il potere di cambiare i cuori e le menti. È
il potere di dare alle persone ciò che più desiderano: essere ascoltate e
capite.
5. Parliamo di
ciò che interessa gli altri.
Tornando
all'esempio che apre questo post, la persona in questione non ha minimamente
preso in considerazione che si stava relazionando con due persone che volevano
a loro volta parlare e capire. In questa situazione la persona ha deciso di
cosa parlare senza capire o chiedere se veramente c'interessava e senza comprendere che quello che ci
raccontava esulava dal motivo principale dell'incontro.
Il nostro
interlocutore ha dimenticato l'aspetto più importante: costruire ponti per un
dialogo.
Quando volete
interessare gli altri, allora dovete parlare di cose che interessano loro.
6. Lasciate
negli altri qualcosa di positivo.
Lasciare
un'impressione positiva dovrebbe essere uno degli obiettivi finali di ogni
incontro, soprattutto in caso d'incontri di lavoro. Questo permette di creare connessione
e collaborazione.
Questo è il primo
passo per poter avere un dialogo che si prolunga e mantiene nel tempo.
Il grande coach
motivazionale Antony Robbins dice che la vera chiave per acquisire nuovi amici
e collaboratori è “di spostare le relazioni da un piano manipolativo a un piano
significativo”.
L'incontro di ieri
non mi ha lasciato una buona impressione e rivedremo di certo questa persona
solo per concludere quello che abbiamo iniziato, ma allo stesso tempo questa
situazione mi ha dato lo spunto per scrivere quest'articolo e per comprendere
ancora una volta che la comunicazione è vera e profonda solo quando crea
valore e significato per noi stessi e per i nostri interlocutori.
(in corsivo estratti del libro Come trattare gli altri/ e farseli amici nell'era digitale -autore Dale Carnegie- edizione Bompani)
(in corsivo estratti del libro Come trattare gli altri/ e farseli amici nell'era digitale -autore Dale Carnegie- edizione Bompani)
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