venerdì 29 dicembre 2017

Buttate le cose vecchie dalla finestra, indossate gli slip rossi di buon auspicio, godetevi l'ultimo giorno dell'anno, brindate ad un nuovo inizio ma non perdete mai la fedeltà verso voi stessi!



Ancora poco e sarà di nuovo tempo di salutare il vecchio anno per lasciare posto al nuovo.
E' tempo per molti di liste e propositi,
per altri è tempo di bilanci economici ma soprattutto personali,
per altri ancora il 31 Dicembre ed il 1 Gennaio saranno dei giorni qualunque,
ciascuno in questi giorni è o sarà alle prese con i propri propositi, pensieri, idee, paure, incertezze, dubbi, gioie da condividere, motivi per cui brindare, istanti per cui ringraziare, persone da perdonare o da cui farsi perdonare.

Io mi trovo alle prese con un racconto zen che mi sta facendo riflettere.

Un maestro zen vide uno scorpione che stava annegando e decise di aiutarlo e sollevarlo dall’acqua. Ma, quando lo fece, lo scorpione sentendosi minacciato lo punse.
Sentendo il colpo secco della puntura, il maestro mollò la presa e lo scorpione cadde ancora in acqua. Ancora una volta il monaco lo sollevò ed ancora una volta lo scorpione lo punse.
Un discepolo dopo aver osservato la scena, interrogò il maestro sul perché della sua ostinazione. Il maestro rispose così: “la natura dello scorpione è di pungere, ma questo non modificherà la mia che è quella di prestargli soccorso e di aiutare.”

Detto questo, il maestro ragionò sul da farsi e con l’aiuto di una foglia riuscì a salvare lo scorpione senza essere nuovamente punto e continuò rivolto al suo discepolo: “non cambiare la tua natura in risposta al male che ti viene inferto, sii solo accorto. Spesso chi aiuti non ti sarà grato, ma non per questo devi rinunciare all’amore e alla compassione che sono in te. Alcuni inseguono la felicità, altri la raggiungono donandola. Occupati solo della tua coscienza e non di ciò che la gente dice di te, perché solo la tua coscienza è ciò che tu realmente sei, la reputazione è ciò che gli altri credono tu sia".


Credo che tra le righe di questo racconto si possa scorgere l'importanza del rimanere fedeli a sé stessi nonostante tutto
Il rimanere fedeli a sé stessi dovremmo sempre inserirlo nella lista dei propositi per il nuovo anno.
Le pieghe che disegnamo sulla nostra vita possono essere buone o meno buone, delicate o grezze, pungenti o soffici,  altre volte in queste pieghe si immergono volti amici, nuovi conoscenti, persone negative e positive ma questo non dovrà mai impedirci di continuare - nonostante tutto- ad essere fedeli a noi stessi, alla nostra vera natura, a non dimenticarci mai della nostra coscienza.
In fondo siamo tutti un pò come lo scorpione che per sua natura tende a difendersi, ma siamo anche come il monaco che sceglie di rimanere fedele a se stesso senza modificare la sua natura a causa dello scorpione.

Dunque, 
buttate pure le cose vecchie dalla finestra,
indossate gli slip rossi di buon auspicio, 
godetevi l'ultimo giorno dell'anno, 
brindate ad un nuovo inizio 
ma ricordatevi di non perdere mai la fedeltà verso voi stessi!

Ky 

martedì 26 dicembre 2017

L'importante è mantenere le connessioni (ora che Natale è passato)





Camminavo ieri, il giorno di Natale, per le vie principali di Mae Sot qui in Thailandia…
Nessun segno specifico che richiamasse al Natale, o meglio, i simboli che hanno reso il
Natale un business: alberelli natalizi con addobbi, babbi natale in  tutte le salse, scritte ed adesivi di auguri, musichette natalizie…nulla di religioso dunque, ma puramente commerciale…e tutti i negozi aperti dai centri commerciali fino al piccolo shop dove tutto costa 20 bath (=50 cent), dai negozi di telefonia fino alle banche…e tailandesi e birmani che si recavano a lavoro come in qualsiasi altro giorno.
Non credo che poi nel resto del mondo sia così diverso, o forse è diverso per via delle vacanze natalizie o per quei paesi dove è ancora radicata la tradizione religiosa del Natale.

Nessun festeggiamento dunque, tanto che nemmeno io e Nadia ci siamo scambiate gli auguri, fino a che non abbiamo acceso il pc e trovato una valanga di auguri, di scritte positive, di video dai più religiosi ai più stravaganti…solo allora ci siamo rese conto che ieri era Natale e ci siamo scambiate gli auguri.
Un giorno come gli altri. Nessun avvistamento di neve e sky pass, solo qualche giornata un po’più fredda del solito, nessun regalo sotto nessun albero, nessun cenone di vigilia e nessuna abbuffata con la famiglia al completo anche di quei parenti che suonano il campanello, li guardi e ti chiedi “ma questo chi è?”…

Eppure  mi sono accorta che  qualcosa di immutabile c’è da un po’ di anni a questa parte nei miei Natali: le connessioni.

Sono a più di 8000 km da casa, ma grazie ad internet, facebook, whatsapp, skype posso vedere, parlare, scrivere e scambiarmi gli auguri con la famiglia, con gli amici e le persone a cui sono legata. Questo è magico!

La vera magia del Natale di questi tempi, oltre il significato religioso, è avere la possibilità di essere connessi anche quando siamo lontani, per scelta, per lavoro, per opportunità, per vacanza, per necessità, per costrizione…
Connessi non solo a livello ideale e di pensiero e di sentire, ma connessi anche grazie ad un telefonino, un pc, un tablet…dannosi se usati male e troppo, di valore se usati per creare o mantenere relazioni e connessioni.

Mi è impossibile non pensare alle connessioni da questo paese, perché ogni volta che alzo un po’ lo sguardo mi ritrovo con la bocca spalancata ad osservare chilometri e chilometri di fili che danno forma a nere autostrade sospese a mezz’aria. Sembra quasi d’essere a contatto con una cittadina parallela dove gli abitanti sono i fili, fili che servono per alimentare la vita del mondo di sotto (il nostro) grazie all’energia che generano: luce per illuminare, impulsi wi fi per restare connessi con il mondo intero. Questo è magico!

Posso sembrare un po’ svitata, e forse lo sono diventata nel corso degli anni, ma credo che c’è sempre il lato positivo della medaglia, come del resto il negativo. Dipende cosa si sceglie di guardare.
Io scelgo il positivo.

Per questo ricordo con affetto i Natali da bambina, il focolare accesso, i regali sotto l’albero, la statuina di Gesù Bambino che mamma poggiava accanto a Maria e Giuseppe, vicino al bue e l’asinello…ricordo la messa di mezzanotte in cui tentavo, spesso invano, di resistere prima di cedere tra le braccia di Morfeo, o meglio, di papà. Ricordo gli alpini che a fine messa facevano trovare il vin brulè bello caldo e una fetta di panettone. Ricordo alcune notti sante dove si entrava in chiesa senza neve e si usciva con i fiocchi che si poggiavano sulle guance arrossate dal contrasto tra il caldo del riscaldamento ed il freddo della stagione, gli abbracci ed i baci di auguri e ricordo ancor di più la tazzona di cioccolata calda e fumante che bevevo al bar del paese.
Ho scelto di tenere i ricordi belli, quelli positivi e di custodirli dentro me, come scelgo oggi di dare una rispolverata al mio concetto di Natale, tentando di adeguarlo ai tempi d’oggi, tempi in cui forse si sono perse molte tradizioni, ma anche tempi in cui alcune cose non si sciolgono come neve al sole: le connessioni. Certo, sono cambiate le modalità ma il significato resta, resta lo stesso di sempre.
 
Ky







giovedì 21 dicembre 2017

Grazie 2017, 3 parole e 4 libri per il 2018



Ci siamo, anzi, ci sono.
Sopravvissuta ad un 2017 iniziato in maniera poco piacevole
ma che sta volgendo al giro di boa con buone premesse e con molto valore aggiunto.
Nessun bilancio, quelli li ho messi dentro al cassetto un pò di anni fa.

Tengo le emozioni che questo 2017 mi ha regalato e che in un certo senso
mi hanno costretta a fare i conti con me stessa, come sempre.

Ho fatto i conti con il mio fisico e con l'alimentazione.
ho fatto i conti iniziando a fare video, quindi mettendomi in gioco e mettendoci -letteralmente- la faccia
intraprendendo così un viaggio sempre più profondo verso la necessità di crescere e di contribuire in questo mondo.
Ho fatto i conti, anche, con la mia più grande passione: la scrittura, che mi ha dato il coraggio e la forza
di aprire qualche mese fa NonFaNaPiega, questo blog che stai o state leggendo.

Molte le persone alle quali dire GRAZIE per il cammino fatto fin qui,
le persone di una vita, quelle che anche se non menzioni sanno chi sono;
gli amici scelti e fidati, pochi davvero pochi, ma decisamente presenti
e nuovi incontri alcuni dal vero altri dal video.

Tra questi incontri non posso non ricordare e ringraziare Veronica, Chiara e Filomena
e le loro spiccate doti umane e anche creative
ed ancora Sebastiano, Davide e Francesco persone conosciute da poco ma ricche di umanità e bellezza
che mi stanno regalando giorno dopo giorno nuove emozioni e spunti di riflessione e punti di vista,
oltre ad essere fonte d'ispirazione a cui attingere per passare all'azione.
E tutti gli altri volti che ho incontrato fuori dalla rete ma anche grazie ai social
che mi offrono ancora nuovi spunti, conoscenza e visioni di nuovi possibili orizzonti condivisibili.

Non posso dimenticare in questo mio viaggiare Nadia, compagna di viaggi e di vita,
sempre ricco di tanta roba.
E come non ringraziare 3,anzi 4, anzi...bè fa nulla il numero...i miei amici pelosi:
Budy, Merlino, Arringa e Shadow - gatti da cui ho impartao ed imparo ancora molto,
non da ultimo l'importanza di esserci l'uno per l'altro-
ed oggi, si aggiunge anche Black, un cane che vive vicino alla casa dove alloggio qui in Thailandia
ed al quale dono un pò di cibo e molte coccole che lui ricambia con estrema dolcezza e delicatezza.

Il 2018 che spero si riempia, per me, di 3 parole:

rete
timeless
NonFaNaPiega

Rete: per spiegare questa parola, mi rivolgo al mondo dei pescatori che per guadagnarsi da vivere devono gettare ogni giorno con rinnovata fiducia, le reti in mare aperto; ecco proprio come la rete dei pescatori che una volta gettata, e dopo attesa paziente, viene riportata nella barca con la speranza che la pesca si stata fruttuosa, la rete che intendo io è quella che dal mondo dei social possa approdare nel mondo reale, una rete che sappia pazientemente "catturare", con delicatezza ed attenzione, nuovi volti che siano come fari che sappiano guidare verso il porto, che siano come tanti pezzettini unici che insieme al pezzetto di me possano fare la differenza nella vita delle persone ed in quella del mondo. Una rete sottile ma molto solida, che sappia intessere vere e salde relazioni, relazioni che possano creare valore per sè e per gli altri. Una rete che abbia il sapore di condivisioni e collaborazioni, una rete che sia a servizio della collettività
Una rete com-passionevole dove ciascuno è un individuo con la propria personalità, conoscenze, competenze e potenzialità e che abbia come scopo il mettersi al servizio della collettività con com-passione, così che tutti possano avere le stesse opportunità di rende la propria vita più felice e viva.

Timeless: "senza tempo"; vorrei che il 2018 non fosse scandito dal ticchettio di orologi, scadenze, corri di qua e corri di là. Spero in un 2018 che "vada meno di fretta" e mi impegnerò per questo, per rendere ogni istante l'istante più importante e significativo per me e per gli altri. Un 2018 in cui la parola più importante sia consapevolezza, quasi a ricordarci l'importanza di prenderci cura di noi, non domani, non prima o poi, ma ora, adesso, nel tanto decantato qui ed ora, nell'istante presente, l'unica vera certezza di essere vivi.

NonFaNaPiega: è il mio personal branding; un marchio di fabbrica che mi accompagna da sempre e che da qualche mese è divenuto un blog che mi sta dando tante soddisfazioni, non a livello di numeri, visite, like e commenti, quanto per le emozioni che mi regala e perchè mi sta rendendo una donna migliore, più consapevole, più orientata alla ricerca di significato e che mi sta facendo incontrare tante anime belle, a cui sono profondamente riconoscente e grata.

Termino consigliandovi almeno 4 libri per il 2018
- ho letto i primi 3, l'ultimo no e li elenco in ordine casuale-

1. Pezzettino di Leo Lionni 
-un libro pensato per i bambini ma che consiglio di leggere anche agli adulti,  per conto proprio o con i figli-

2. Risultati solidi in una società liquida di Sebastiano Zanolli e Giacomo Dall'Ava

3. La via della ricchezza. Il denaro a servizio dell'umanità di Salvatore Brizzi

4. Pixel in crisi. Social, cambiamento, lavoro e quella voglia di fare qualcosa di grande che ci fa sentire piccoli di Davide Cardile
 - in uscita a Gennaio 2018 ma già acquistabile online- so che questo libro non l'ho letto, ma ho avuto modo di leggere alcuni estratti e ...direi che nonfanapiega!

Ultimissima cosa...vi lascio in dono una bellissima frase di Albert Schweizer, medico, teologo, musicista, filantropo e missionario:

Non so quale sarà il tuo destino, ma una cosa so, gli unici di voi veramente felici saranno quelli che avranno cercato e trovato il modo di servire gli altri.

Grazie 2017 e benvenuto 2018!

Ky


mercoledì 20 dicembre 2017

La vita nonfanapiega, tu fai le pieghe



Il computer portatile sopra le ginocchia, messo così per riscaldarmi in questa giornata tailandese decisamente fredda, e poi perchè oggi mi va di scrivere in maniera diversa, fuori dagli schemi.
Non ho un argomento preciso di cui scrivere o forse sono così tanti nella mia testa che ormai più che argomenti a sè stanti sono divenuti un bel frullato multigusto, dunque quasi impensabile tentare di separarli per cavarne fuori qualcosa.
Di che scrivo?
Leggo il titolo che ho scelto per questo blog: NonFaNaPiega.
Ecco che la lampadina si accende, nonfanapiega è un modo per dire "fila liscio il discorso" "niente da ridire riguardo quello che dici" e via così...ma per me quest'espressione è quasi un personal branding, un'espressione che uso spesso in risposta a messaggi o in compagnia di qualche amico, quando finisco di leggere un post  interessante o quando sono felice tanto da usare il "nonfanapiega" come un mantra positivo.
E penso alla vita.
La vita così come ci viene data nonfanapiega, con l'optional che le pieghe le possiamo fare noi.
Già, la vita non fa mai una piega,
siamo noi con le nostre scelte e non scelte,
con le nostre parole ed i nostri silenzi,
con il nostro incontrare e lasciarci incontrare,
con le nostre emozioni e difficoltà,
con le nostre parole superficiali a volte, profonde altre,
siamo noi che rendiamo la vita ricca di pieghe,
alcune più comode di altre, altre più scomode,
alcune rigide e grezze tanto da graffiare fino a far male e su cui riflettere,
altre morbide come la seta da far scivolare sulla pelle e godere delle sensazioni che ci lasciano addosso,
altre ancora sono pieghe fatte da altri in cui ci incastriamo a volte con gioia altre volte con più dolore,
ma sono pieghe anche queste,
pieghe sempre importanti, necessarie, spesso maestre di vita,
altre volte rifugio certo,
altre ancora gioia allo stato puro...
pieghe su pieghe su pieghe...
infinite pieghe ma senza tutte queste pieghe la vita non avrebbe senso,
almeno non per me.
Abbiamo un grande potere nelle nostre mani,
la possibilità di dare alla vita quel movimento dinamico e tridimensionale che la rende il regalo più grande che potessimo mai chiedere, un regalo che non smette mai di essere una sorpesa grazie alle pieghe che scegliamo di disegnare giorno dopo giorno..

venerdì 15 dicembre 2017

Il tassello mancante





Strano come la vita assume nuovi significati a distanza d’anni,
con le spalle cariche di tante esperienze,
il cuore colmo di parole, emozioni, ricordi, battibecchi, scelte e non scelte,
la pelle più ruvida e fragile, gli occhi più stanchi e doloranti,
con l’anima un po’ più sgualcita e malandata e magari anche un po’ più saggia…
ed i passi nel mondo sono ancora tanti, così tanti che a volte si teme di non
sapere più che direzione prendere, se è meglio seguire strade già battute o se è tempo
di tracciare rotte nuove,
se è bene proseguire con gli amici di una vita o se è tempo di farsi nuovi amici,
senza escludere nessuno, solo chi non fa bene al nostro andare perché lo indebolisce
invece che arricchirlo, lo guida verso il precipizio invece che verso il ponte da attraversare.
E ti guardi allo specchio e ti vedi così e ti chiedi qual'è il tassello mancante nella tua esistenza.
Saper scegliere è una cosa complicata,
talmente complicata che la maggior parte delle persone preferisce adeguarsi, fare la solita vita,
lavoro, famiglia, utilitaria, partite di calcetto ed incontri con le amiche,
lavoro, famiglia, utilitaria, figli, partite di calcetto ed incontri con le amiche,
lavoro, famiglia, utilitaria e…
scorrono così le ore, i giorni , gli anni
e le scelte, quelle impegnative, quelle necessarie per la nostra anima ed il nostro bene personale
restano lì, se va bene in un cassetto, se va male nel posto più inaccessibile del mondo: la mente.
E da sogni possibili diventano sogni nel cassetto
e da sogni nel cassetto diventano ricordi da bambino
a da ricordi e sogni da bambino il passo è breve per lasciar cadere questi desideri,
-desideri che avevano il gusto del rinnovamento,
che avevano l’odore di idee colme di senso e significato per noi-
ed il passo è breve per lasciarli marcire fino a che non si spengono o forse fino a che il puzzo
non è così forte da risvegliare in noi la sensazione che qualcosa ci sfugge, che manca
quel tassello alla nostra esistenza per essere più completa, no, non perfetta, solo un po’ più completa.
E chissà magari  se ci concediamo il lusso di pensare a noi stessi forse questo significato potremmo scoprirlo e magari renderlo così bello da volerlo condividere con il mondo intero.
E ti guardi allo specchio, dopo questi pensieri, e ti accorgi che il tassello mancante ce l'hai davanti gli occhi! 

Ky

martedì 12 dicembre 2017

Decidi nello spazio di 7 respiri







Decisioni, scelte, scadenze
Il tic tac dell’orologio incalza a ricordare che
secondi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi ed anni
scorrono inesorabili, inarrestabili
(almeno questo è per noi il concetto di tempo,o quello che ci è stato fatto credere),
forse è per questa ragione che da molti anni non porto più al polso un orologio.

Decisioni, scelte, scadenze
le nostre quotidianità sono scandite da questo:
decisioni,scelte,scadenze.

Alcune più semplici o meno complesse di altre…
“pagare le bollette, come mi vesto oggi, cosa preparo a pranzo, devo ricordarmi assolutamente di comprare dei fiori/regali per il compleanno di…”.

Alcune decisamente impegnative…
“devo svolgere i compiti, devo assolutamente passare l’esame di stato, devo ricordarmi il tal appuntamento di lavoro che potrebbe migliorare la mia vita, devo trovare un impiego per poter pagare bollette e mutuo, devo presentare il progetto all’azienda entro dopodomani…”.

Altre decisamente fondamentali…
“è tempo di dare una scossa alla mia vita, di uscire da questo posto di lavoro che non tollero più e che mi costringe a non esprimere il mio vero potenziale,
è tempo di fare un percorso interiore per scoprire davvero chi sono, è tempo di avere più compassione verso me stessa e gli altri, è tempo di prendere davvero tra le mani la mia vita e renderla unica, ricca di significato, un capolavoro!”

Decisioni, scelte, scadenze
ed il tic tac dell’orologio incalza ed il tempo scorre…

Arthur Schopenhauer, filosofo, diceva che “un uomo assennato in mezzo ai folli e agli stolti somiglia a uno il cui orologio sia preciso in una città dove tutti gli orologi pubblici sono regolati male. Egli solo sa l’ora esatta, ma a che gli serve saperla? Tutti si regolano sugli orologi guasti, anche coloro i quali sanno che soltanto l’orologio di quell’uomo segna l’ora giusta”.

E’ come se, invece di sintonizzarci con il nostro orologio interiore, preferissimo restare aggrappai all’orologio che portiamo al polso che è costantemente regolato male e che ci impedisce di decidere, scegliere, passare all’azione nel qui ed ora.

Cosa fare dunque per regolare nell’ora esatta il nostro orologio interiore ed iniziare davvero a prendere tra le mani la nostra vita passando dalla passività all’azione?

I samurai giapponesi hanno un antico detto
“una decisione va presa nello spazio di 7 respiri”.

Un giorno il daimio Takanobu osservò: “Se un uomo esita troppo nel prendere una decisione, si addormenta”.
Il daimio Naoshige commentò: “Se un samurai si lancia in battaglia senza vigore, sette azioni su dieci falliranno; il samurai agisce con rapidità”.
Se sei agitato, è difficile che tu riesca a prendere una decisione. Al contrario, se non ti focalizzi sulle conseguenze minori e affronti le questioni con spirito fermo, fresco e affilato come una lama, nello spazio di sette respiri trovi sempre la soluzione.
Devi essere determinato e avere il coraggio di lanciarti nell'impresa. 
( Yamamoto Tsunetomo, da Bushido. La via del guerriero).


Essere focalizzati e risoluti di fronte alle scelte della vita è forse la soluzione migliore, certo ci si deve prendere uno spazio di tempo lungo “7 respiri” per poi essere lucidi e reattivi nell’agire, dunque nelle scelte e nelle decisioni che dobbiamo prendere giorno dopo giorno.
Siamo un insieme di pensieri ed idee, decisioni e scelte
ed il solo modo per vivere fino in fondo ogni nuovo giorno di vita è la capacità di essere determinati e coraggiosi per lanciarci nell’impresa, senza tentennamenti, senza “il senno di poi”, senza “si ma se sceglievo l’altra via forse…”

“Si può imparare qualcosa da un temporale, quando ci sorprende un acquazzone cerchiamo di non bagnarci affrettando il cammino, ma anche sforzandoci di passare sotto i cornicioni delle case ci bagnamo ugualmente. Agendo con risolutezza fin dal principio, eviteremo dunque ogni perplessità e non per questo ci bagneremo di più, tale consapevolezza si applica a tutte le cose.”
(dal film Ghost Dog- il codice del samurai)

Abbiamo la fortuna di poter decidere e scegliere  con risolutezza in ogni istante come vivere e come lasciarci morire, come agire e come non reagire, cosa dire o non dire, chi incontrare e chi rifiutare, a chi dire no e a chi dire sì, cosa leggere, di cosa scrivere, che musica ascoltare, di chi fidarci e chi lasciar andare, quale lavoro svolgere, chi aiutare e da chi farci aiutare…abbiamo una gamma di infinite possibilità su cui muoverci, ma dipende da noi, dalla nostra determinazione, dal nostro coraggio, dagli obiettivi che ci poniamo, da quello che desideriamo realizzare nelle nostre vite, da ciò che vogliamo lasciare nel mondo…

Eppure a quanto pare c’è anche un rovescio della medaglia e questo rovescio l’ho trovato in un tweet di Genio78:

-Secondo gli antichi samurai giapponesi, una decisione va presa nello spazio di sette respiri. Il problema è se qualcuno ti toglie il fiato-.

Già e se qualcuno ci toglie il fiato cosa succede?
Tutte le parole scritte sopra non valgono più?
L’antico detto dei 7 respiri è una cazzata?

Può essere tutto ma anche il contrario di tutto.

Penso, anzi sono convinta, che solo noi siamo i creatori delle nostre esistenze, nessuno può davvero toglierci il fiato (a meno che un serial killer per un qualche motivo conosciuto forse solo a noi stessi o per ironia della sorte, non decida di farci stramazzare al suolo con una bella pallottola in piena fronte…ma lo trovo abbastanza improbabile).

Essere consapevoli è già un buon punto da cui partire,
farsi domande è un ulteriore passo in avanti,
essere determinati è un altro gradino raggiunto,
imparare dal temporale rafforza i passi
regolare e dar retta all’orologio interiore è un passo necessario,
essere calmi indica la conquista di un potente gradino interiore,
passare all’azione diventa quella scala che conduce verso nuove porte e traccia nuove rotte e così si giunge alla soluzione che cerchiamo,
il tutto in uno “spazio di 7 respiri”.

Ky

giovedì 7 dicembre 2017

Attraversare il fiume è sempre la scelta migliore





Non credevo che un viaggio potesse destabilizzare così tanto il mio mondo interiore, avevo la convinzione che un viaggio è solo un viaggio fatto d’incontri, nuove culture, diverse credenze religiose, sapori e gusti nuovi, paesaggi differenti ma davvero 5 anni fa non avrei mai creduto che il mio viaggiare tra Oriente ed Occidente avesse la capacità di darmi una nuova rotta.
Certo, non va solo al viaggio il merito di questa personale evoluzione, quasi un viaggio introspettivo-spirituale da cui, una volta iniziato, non voglio più tornare indietro.
Se ho iniziato questo modo nuovo di viaggiare lo devo a me, al mio sé interiore che finalmente ho scelto di ascoltare ed accogliere e a cui sto dando fiducia passo dopo passo.

Non lo vedo come un cambiamento, e poi questa parola nemmeno mi piace,
credo di più in un altro concetto: la consapevolezza.
Di fondo non si cambia mai così tanto, certo ci si modifica lungo i sentieri che decidiamo di seguire, che scegliamo di tracciare da zero o che decidiamo di non intraprendere, ed il bello non è tanto fare questi percorsi per poter dire “sono cambiata”, “sono una persona nuova”; il bello è poter dire di aver raggiunto una consapevolezza di sé più vera, più profonda, più naturale.
Questo per me è essere consapevoli.

Certo è che, spesso, ci portiamo sulle spalle troppi just in case, troppe zavorre,
troppi problemi -che magari nemmeno sono nostri-, troppi pensieri negativi, e magari aggiungiamoci pure critiche e difficoltà di relazioni interpersonali…
così non si fa molta strada, si resta sempre o quasi sulla sponda destra del fiume senza il coraggio di provare a vedere che opportunità offre la sponda sinistra (destra o sinistra, potete invertire l’ordine se preferite, poco importa).

Il Buddha  a tal proposito racconta una storia che ha come protagonisti un uomo, in cui poterci identificare, ed una zattera, a simboleggiare quello che dovremmo imparare a lasciar andare.

 “Supponiamo, disse, che un uomo sia di fronte ad un grande fiume e deve attraversarlo per raggiungere l’altra riva, ma non c’è una barca per farlo, cosa farà? Taglia alcuni alberi, li lega insieme e costruisce una zattera. “Quindi si siede sulla zattera e usando le mani o aiutandosi con un bastone, si sposta per attraversare il fiume. Una volta raggiunta l’altra sponda cosa fa? Abbandona la zattera perché non ne ha più bisogno.
Quello che non farebbe mai, pensando a quanto gli era stata utile, è caricarla sulle spalle e continuare il viaggio con lei sulla schiena. Allo stesso modo, i miei insegnamenti sono solo un mezzo per raggiungere un fine, sono una zattera che vi trasporterà sull’altra riva. Non sono un obiettivo in sé, ma un mezzo per ottenere l’illuminazione”.

Lo sappiamo a parole che sapersi distaccare da zavorre e pesi sarebbe la cosa migliore per vivere più serenamente, ma poi c’è sempre quel ma che ci fa vacillare, che ci fa perdere entusiasmo, che ci fa un po’ da avvocato del diavolo e spesso è proprio quel ma ad averla vinta su di noi, a farci restare impantanati nelle sabbie mobili delle nostre esistenze fatte di comodità, di oggetti, di lavoro, di relazioni complicate, di schemi convenzionali che spesso uccidono la nostra vera missione in questo pianeta.

Il Buddha spiega con poche righe il racconto:
“La riva sulla quale ci troviamo è il presente, l’esistenza legata all’ego, l’altra riva è quello che aspiriamo ad essere, rappresenta i nostri obiettivi e sogni. La zattera ci aiuta ad attraversare le acque, questa è la sua funzione, ma dopo dobbiamo abbandonarla“.

Sogni, obiettivi, potenzialità, chissà perché sono sempre nell’altra sponda
e costruire la zattera per attraversa il fiume è il solo modo per scoprire davvero chi siamo,
cosa siamo chiamati a fare  e che dono abbiamo da lasciare al mondo.

Certo ci vuole fegato anche solo per decidere di costruire la zattera che potrebbe segnare la svolta nelle nostre piatte esistenze, ma se non ci proviamo allora non abbiamo nemmeno il diritto di lamentarci e di piangerci addosso.
È vero che una volta messa la zattera nel fiume si deve avere la forza di lavorare di braccia per non farsi trascinare a valle dalla corrente spesso troppo impetuosa, eppure è anche vero che è una traversata che vale la pena tentare.
L’altra sponda potrebbe davvero aiutarci a capire qual’è il nostro vero IKIGAI (lo scopo per cui ci si sveglia ogni mattina).
E’un viaggio che vale la pena tentare, magari più volte se alla prima traversata cadiamo in acqua o ci lasciamo trascinare dalla corrente.
Spesso viviamo periodi di buio, non sappiamo in che direzione andare e per paura restiamo fermi dove siamo.

Questi momenti vengono descritti bene da un farse di Fabrizio Caramagna
Quei periodi neri in cui sei come un tronco braccato da ogni onda e sbattuto continuamente sulla riva, finché un giorno vieni finalmente spiaggiato, e le prime parole che ti vengono incontro non ti sbattono più da una parte all’altra e impari di nuovo la mano aperta che ti raccoglie e la spinta che ti rialza”

Il tentativo per me è già un forte segnale di voler lasciar andare il vecchio per dare spazio al nuovo, un  nuovo che sarà di certo differente per ciascuno di noi, ma su cui puntare tutto l’oro del mondo.

Buona traversata!

Ky


martedì 5 dicembre 2017

La via della Ricchezza





Un’idea improvvisa, come una scintilla e
ci si mette all’opera per trovare dei regalini di Natale
per i bebè del reparto maternità della clinica Mae Tao qui a Mae Sot.

Un corri corri per negozi a fare shopping natalizio,
uno shopping che però faccio volentieri visti i destinatari finali.

E conta e riconta quanti guantini e scarpine, che tipo di copertine,
e cerca di spiegare alla commessa tailandese quello che cerchi e ti
ritrovi a fare un mimo improvvisato pur di farti capire e tra un gesto, una parola
mezza inglese mezza veneta e molti sorrisi alla fine ci si comprende
e vediamo materializzarsi quello che cerchiamo.
Ed ora tutte prese, Nadia ed io, a tentare di abbinare i colori o perlomeno
ci proviamo.
E così nel giro di qualche oretta abbiamo tra le mani 20 confezioni dono
per i bebè nati in questi giorni.

Il giorno dopo l’appuntamento al reparto maternità
dove capiamo che è complesso consegnare i 20 pacchetti regalo
perché “come si fa a decidere a chi sì e chi no?”…
Ops!
Non serve molto, giusto uno sguardo tra noi e chiediamo quanti sono i bebè.
35.
Okey! Saltiamo in sella al nostro fedele scooter e in un baleno
ci ritroviamo catapultate nel negozio ad acquistare i regali mancanti.



E la gioia del dare ripaga anche degli intoppi lungo il cammino,
sguardi di donne poco più che adolescenti che a fianco del loro compagno,
facendo da culla con i loro corpi al loro piccolo amore,
ci ringraziano per il dono.



E non ci sono parole,
solo emozioni,
mi trema pure la mano e le foto vengono sfocate
e le inquadrature video mozzate.
Ma chi se ne importa, in fondo il senso non sta nelle foto e nei video e nel ricordo,
ma nell’istante presente,
in quell’attimo in cui realizzi che
“non si può vivere un giorno perfetto senza fare qualcosa per qualcuno che non sarà mai in grado di ripagarti”.
Queste parole sono di un uomo di sport,
un coach di basket, John Robert Wooden.

E non ha importanza se parla di sport,
credo che queste parole valgano per ogni situazione.

Sulla via del ritorno capisco e sento forte che
è proprio bello sentirsi sulla via della Ricchezza,
quella via che ti fa andare via più ricco e felice
di quando sei partito e che ti rende parte di un universo
dove tutto è davvero connesso.



Grazie a Nadia per questa nuova esperienza e per l’allegria e l’impegno che ci mette
nel realizzare questi piccoli progetti e per l'entusiasmo che ha nel coinvolgermi.

Grazie a chi lavora nella clinica e segue con passione e professionalità
queste giovani donne che spesso compiono viaggi di giorni e giorni
per raggiungere dalla Birmania la clinica che si trova in Thailandia e che 
si prende cura delle persone, sfollate a causa di conflitti armati e/o povertà,
indipendentemente dalla loro religione, etnia e status economico.

Grazie ai piccoli volti che senza saperlo, mi hanno fatto il più bel dono di Natale di sempre:
la  meraviglia della Vita!



venerdì 1 dicembre 2017

Qual'è il tuo perché? L’importanza di cogliere la bellezza collaterale nella quotidianità.





Riflettevo ieri volgendo lo sguardo verso il cielo, un pò come fanno ogni giorno instancabilmente gli alberi, di qual'è il mio perchè qui  in questo mondo, in questo preciso momento storico e mi sono tornate in mente le parole e le immagini di un film visto circa un anno fa.

"Sentiamo qual è il vostro perchè? Perchè vi siete alzati stamattina? Perchè avete mangiato quella cosa? Perchè vi siete vestiti in quel modo? Perchè siete venuti qui?
Siamo qui per un contatto, la vita riguarda le persone e la pubblicità deve porre il giusto risalto di come i nostri prodotti e servizi possono migliorare la vita della gente...e questo come lo otteniamo?
Amore, tempo, morte
Si, queste tre astrazioni collegano ogni singolo essere umano sulla terra, ogni cosa che vogliamo, ogni cosa che abbiamo paura di non avere, ogni cosa che alla fine decidiamo di comprare e perchè in realtà a conti fatti noi desideriamo
l'amore, vorremmo avere più tempo e temiamo la morte.
Amore, tempo , morte...iniziamo."

Inizia con queste precise parole il film “Collateral Beauty”,
con un cast d’eccezione e con un eccellente Will Smith
che apre appunto il film con queste parole impegnative,
profonde e vere.
Domande che impongono un pit-stop di riflessione.

Chiedersi qual è il nostro perché, il motivo che ci spinge ad alzarci dal letto
mattina dopo mattina, a compiere determinati rituali ed abitudini, a recarci a lavoro,
a dare libera creatività alle nostre passioni…
credo che siano domande necessarie,
così com'è necessario far entrare aria nei polmoni per consentirci di respirare.

Viviamo in un tempo ed in uno spazio ricco di ogni cosa, da quelle utili per vivere
a quelle superflue che sono lì per la nostra personale ed effimera soddisfazione.
Ma siamo qui, in questo mondo
e se vogliamo davvero vivere appieno dovremmo chiederci:

qual è il mio perché?

perche mi sono alzata/o questa mattina?

come posso migliorare la vita delle persone?

come posso contribuire a rendere il mondo un luogo migliore?

Domande scomode, almeno lo sono per me.
Domande a cui spesso non c’è una risposta precisa,
solo tanti sogni e desideri che restano nel cassetto e che si ha paura di realizzare.

“Queste tre astrazioni collegano ogni singolo essere umano sulla terra, ogni cosa che vogliamo, ogni cosa che abbiamo paura di non avere, ogni cosa che alla fine decidiamo di comprare e perchè in realtà a conti fatti noi desideriamo
l'amore, vorremmo avere più tempo e temiamo la morte.”

E’ una grande verità: ogni essere umano desidera e vuole qualcosa,
anche cose che ha paura di non poter avere e per questo compra proprio perché
è qualcosa di imprescindibile da chi siamo: il desiderio di avere, di possedere, di ottenere
Amore senza il quale fatichiamo a vivere,
Tempo che ci sembra sempre troppo poco e sfuggevole e
Morte che temiamo come il peggior nemico da evitare come la peste.
Ma la soluzione non è il “comprare”, o perlomeno non troviamo mai una
soddisfazione dei nostri desideri a lungo termine nel comprare o nell'idea di
poter comprare qualcosa che pensiamo ci dia soddisfazione.
Ci mancherà sempre quel qualcosa, che spesso non ha nemmeno una definizione.

“Siamo qui per un contatto, la vita riguarda le persone…”.

La soluzione sta nel come decidiamo di vivere
l’amore, il tempo e la morte.
Sta nel come scegliamo di vivere questo contatto che può fare
la grande differenza nella nostra esistenza.

Amore, tempo, morte.

Il protagonista si ritrova a scrivere, dopo una perdita che non riesce ad accettare, tre lettere a tre concetti fondamentali: amore, tempo, morte.
E gli amici e colleghi di lavoro, per cercare di aiutarlo a superare questo delicato momento di vita,
assumono degli attori che dovranno impersonare l’amore, il tempo e la morte.
Ma non voglio svelarvi nulla di più se non avete già visto il film.

Eppure, senza renderci conto, abbiamo già tutte queste cose:
riceviamo e doniamo amore ogni giorno in varie forme, con mille sfumature.
Possediamo tutto il tempo di cui abbiamo bisogno, è solo un concetto da comprendere.
E la morte ci è vicina ogni istante, una morte che c’è ma che spesso non ci tocca di persona
perché non è legata a qualche caro o parente, eppure c’è ogni giorno, ogni istante, come c’è ogni
giorno ed ogni istante la vita che nasce. Un cerchio naturale!
È solo quando si comprende che  “hai ricevuto un dono con questa profonda connessione con il Tutto. Ti giuro che è tutta lì la bellezza inaspettata” che possiamo davvero accogliere
come un dono : Amore, Tempo, Morte.

Il segreto, di questo mio forse scarso tentativo di  mettere nero su bianco concetti così complessi per come li intendiamo noi esseri umani, è che “la cosa più importante è cogliere la bellezza collaterale che è il legame profondo con tutte le cose”.

Amore, Tempo, Morte…iniziamo!

Ky

"Che cosa vuole il mondo da noi?" (Keep calm, goditi il viaggio e passa il favore)

Curioso. Decisamente curioso come un pensiero possa improvvisamente materializzarsi. È successo circa 3 mesi fa, dopo il mio rientr...