In
sanscrito, una lingua utilizzata in certe zone dell'India, c'è una
parola, "gati", che indica sia il camminare sia il
sapere, inteso come conoscenza. E c'è una regola: tutte le parole
che iniziano con "andare/camminare", hanno anche il
significato di sapere.
Curioso
come la stessa metafora si ritrovi nella lingua norvegese in cui il
passare per qualcosa significa conoscerla.
E mi
piace pensare come il gesto, l'azione del camminare, del mettersi
sulla strada a poggiare passi, abbia anche il significato profondo di
conoscere, sè stessi, gli altri, il mondo, la vita. In fondo
pensandoci bene, il "camminare" ci aiuta ad essere chi
siamo e smettere di farlo implica forse smettere di essere fino in
fondo chi siamo.
Mi
ritorna in mente un passaggio di un libro in cui si riporta una
bellissima tradizione Inuit, popolazione che vive nel nord-est
dell'arcipelago artico canadese.
"Quando
ti arrabbi, al punto da non riuscire a controllare le tue emozioni,
sei invitato a lasciare la tua abitazione e a camminare in linea
retta attraverso il paesaggio che ti si para di fronte, andano avanti
finchè la rabbia non passa. Il punto esatto in cui l'emozione molla
la presa viene dunque marcato, infilando un bastone nella neve. In
questo modo si misura la lunghezza, ovvero l'intesità, della rabbia.
La cosa
più sensata che possiamo fare quando siamo arrabbiati, condizione in
cui il cervello rettiliano guida le nostre azioni, è allontanarci
dalla persona o dalla situazione che ci ha provocato quella
reazione".
E mi
piace pensare che sia quando siamo arrabbiati, sia quando abbiamo
necessità di camminare per liberare corpo e mente dalla stanchezza
del vivere quotidiano, sia quando ci troviamo sul posto di lavoro e
le cose non girano per il verso giusto o magari vanno a gonfie vele,
sia che ci troviamo in qualunque altra situazione di vita, il potere
racchiuso nell'azione dell'andare, del camminare, del provare,
coincide con il sapere e segna e supera il limite tra quello che non
sappiamo e quello che strada facendo possiamo imparare e conoscere,
gestire e fare nostro.
E questo
è forse il solo modo per arricchire le nostre esistenze: il fare
esperienza sulla propria pelle.
Ecco
allora che assume senso profondo quel "passare per qualcosa".
Un passare che sta a significare che, una volta vissuto e compreso
questo "qualcosa", abbiamo una conoscenza in più da
mettere nel nostro personale bagaglio di vita.
Ky
*immagine dal web
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