lunedì 16 aprile 2018

Le parole, il mio modo di ascoltare il mondo





Non tutte le giornate sono uguali.
Ci sono quelle in cui ti svegli con un mare di idee che non vedi l'ora di mettere nero su bianco prima che scivolino via.
Ci sono invece le giornate in cui ti svegli e vorresti solo restare sotto coperta.
Non so bene quale sia la giornata di oggi, forse un mix di entrambe.
Ed allora scrivo. Mi affido alle parole, perchè ho capito che sono le parole il mio modo di ascoltare il mondo, le persone, le situazioni, me stessa. 
Le parole e tutto quello che sta dentro, accanto, di lato, tra le righe. 
Già perchè le parole, nonostante prese singolarmente abbiano sempre un loro significato o una loro ragion d'essere, quando sono legate ad altre parole assumono forme nuove, suscitano immagini impreviste, raccontano emozioni, cercano di dare rilievo alla quotidianità, tentano di dare spiegazioni che altrimenti non ci sarebbero, desiderano essere quel ponte - invisibile ma necessario - per entrare o restare in contatto con l'altro, soprattutto quando ancora non si conosce.
È come fossero la nostra impronta digitale verbale. 
Quella prima impronta che segna un pò la rotta di quella che potrebbe essere una conversazione qualunque.
Ky

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