Home sweet
home.
Ha una punta
di verità questo modo di dire. Anche di internazionalità.
È proprio
dolce ritrovarsi tra le pareti di casa. Guardare oggetti familiari.
Ricordi indelebili.
Immagini che
sembrano ancora piene di vita.
Ancor più
dolce è tornare a casa. Togliersi le scarpe impolverate e più
logore, dopo tanto viaggiare. Poggiare lo zaino a terra. E lasciare
che gli occhi si riadattino al già conosciuto.
Un ritorno
che catapulta, quasi nell'immediato, al prima della partenza. Una
sorta di deja vu.
Ma lo zaino
(non quello materiale) dell'anima è di certo più ricco. Svuotato di
quello che era. Svuotato del di più che non serve a progredire.
Riempito del guardare con fiducia al passo successivo da compiere.
Sono ormai a
casa da più di 48 ore. Il mio corpo ha davvero ripreso il ritmo
forsennato dell'Occidente. E così ho deciso di assecondare queste
corse repentine. Assecondano richieste ed inviti. Necessità pseudo
urgenti e situazioni superficiali. Come a dimostrazione che sono
tornata e non ho dimenticato il come si vive qui. Adeguandomi così,
in apparenza, alla realtà familiare. Lasciando per un pò da parte
il mio vissuto appena trascorso.
Consapevole
che però l'anima è rimasta indietro. Non era nel volo con me e
nemmeno in treno verso casa. È ancora indietro. Immagino si stia
godendo il viaggio di ritorno. Immagino abbia preso altre rotte per
tornare alla home sweet home.
Immagino la
mia anima, stare talmente bene dov'era lì in Thailandia, che
controvoglia si è ritrovata a dover rifare i bagagli e rimettersi in
viaggio. Me la immagino con il suo Gps che, come al solito, non è
aggiornato su tutto quello che è accaduto qui, nel frattempo. Gps
che, spesso e volentieri, costringe l'anima a mettersi in pausa per
lasciar tempo di svolgere l'operazione di ricalcola.
La vita è
un continuo percorso fatto da tanti ricalcola. Non solo
quelli che servono per ritrovare la destinazione giusta. Ma tutti
quei ricalcola che la vita richiede di compiere,
perchè siamo umani, imperfetti, in continua evoluzione. E nulla di
tutto ciò che viviamo fila quasi mai liscio. C'è sempre un
ricalcola da mettere in conto o con cui fare i conti. A volte
forse sarebbe meglio seguire più l'istinto e la sensazione dettata
dalla pancia e spegnere un pò quel Gps interiore che vorrebbe averla
sempre vinta. Forse però questo il nostro corpo non lo comprende.
Ma la nostra
anima lo sa bene.
E così,
lei, si prende tempo. Rielabora i mesi appena vissuti. Li fa propri.
Lascia ciò che ingombra.
Tiene ciò
che l'ha fatta evolvere. La cosapevolezza raggiunta è quel "pò
di più" che, oggi, fa la differenza. E, lungo il percorso di
ritorno, comprende che ogni luogo ha il gusto della home sweet home.
Gusto che è dato dagli incontri. Dalle scelte intraprese. Dai sogni
realizzati. Dalle parole non dette. Dalle pacche sulle spalle che
hanno raccontato più di mille parole. Dai sorrisi colti al volo nei
vari incroci dell'esistenza.
Home sweet
home, è dove la nostra anima si sente bene. Un bene, che se
vogliamo, può essere scovato ovunque (senza per forza fare
affidamento al Gps di turno). L'anima. L'anima conosce già la via da
seguire. Dipende da noi. È questione di fiducia. Tutto è sempre
questione di fiducia.
Ky
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