domenica 11 marzo 2018

Un viaggio tra anima, gps e ricalcola (in fondo tutto è sempre questione di fiducia)




Home sweet home.
Ha una punta di verità questo modo di dire. Anche di internazionalità.
È proprio dolce ritrovarsi tra le pareti di casa. Guardare oggetti familiari. Ricordi indelebili.
Immagini che sembrano ancora piene di vita.

Ancor più dolce è tornare a casa. Togliersi le scarpe impolverate e più logore, dopo tanto viaggiare. Poggiare lo zaino a terra. E lasciare che gli occhi si riadattino al già conosciuto.
Un ritorno che catapulta, quasi nell'immediato, al prima della partenza. Una sorta di deja vu.
Ma lo zaino (non quello materiale) dell'anima è di certo più ricco. Svuotato di quello che era. Svuotato del di più che non serve a progredire. Riempito del guardare con fiducia al passo successivo da compiere.

Sono ormai a casa da più di 48 ore. Il mio corpo ha davvero ripreso il ritmo forsennato dell'Occidente. E così ho deciso di assecondare queste corse repentine. Assecondano richieste ed inviti. Necessità pseudo urgenti e situazioni superficiali. Come a dimostrazione che sono tornata e non ho dimenticato il come si vive qui. Adeguandomi così, in apparenza, alla realtà familiare. Lasciando per un pò da parte il mio vissuto appena trascorso.

Consapevole che però l'anima è rimasta indietro. Non era nel volo con me e nemmeno in treno verso casa. È ancora indietro. Immagino si stia godendo il viaggio di ritorno. Immagino abbia preso altre rotte per tornare alla home sweet home.

Immagino la mia anima, stare talmente bene dov'era lì in Thailandia, che controvoglia si è ritrovata a dover rifare i bagagli e rimettersi in viaggio. Me la immagino con il suo Gps che, come al solito, non è aggiornato su tutto quello che è accaduto qui, nel frattempo. Gps che, spesso e volentieri, costringe l'anima a mettersi in pausa per lasciar tempo di svolgere l'operazione di ricalcola.

La vita è un continuo percorso fatto da tanti ricalcola. Non solo quelli che servono per ritrovare la destinazione giusta. Ma tutti quei ricalcola che la vita richiede di compiere, perchè siamo umani, imperfetti, in continua evoluzione. E nulla di tutto ciò che viviamo fila quasi mai liscio. C'è sempre un ricalcola da mettere in conto o con cui fare i conti. A volte forse sarebbe meglio seguire più l'istinto e la sensazione dettata dalla pancia e spegnere un pò quel Gps interiore che vorrebbe averla sempre vinta. Forse però questo il nostro corpo non lo comprende.
Ma la nostra anima lo sa bene.

E così, lei, si prende tempo. Rielabora i mesi appena vissuti. Li fa propri. Lascia ciò che ingombra.
Tiene ciò che l'ha fatta evolvere. La cosapevolezza raggiunta è quel "pò di più" che, oggi, fa la differenza. E, lungo il percorso di ritorno, comprende che ogni luogo ha il gusto della home sweet home. Gusto che è dato dagli incontri. Dalle scelte intraprese. Dai sogni realizzati. Dalle parole non dette. Dalle pacche sulle spalle che hanno raccontato più di mille parole. Dai sorrisi colti al volo nei vari incroci dell'esistenza.

Home sweet home, è dove la nostra anima si sente bene. Un bene, che se vogliamo, può essere scovato ovunque (senza per forza fare affidamento al Gps di turno). L'anima. L'anima conosce già la via da seguire. Dipende da noi. È questione di fiducia. Tutto è sempre questione di fiducia.

Ky


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