Mi sono svegliata presto
stamani. Sarà per il cambio orario. Sarà che aleggia ancora il jet
lag tailandese. Ancora buio fuori. Pentolino d'acqua sul fuoco.
Preparo la colazione. Mi siedo e come uno "sbam" sbattuto
in faccia all'improvviso ripenso a ieri, a quei 15 minuti passati in
libreria, prima di scendere a Castelfranco Veneto. Da ieri, da quando
sono accaduti, li ho come lasciati in stand by.
È una tappa d'obbligo per
me il passare in libreria dopo i mesi trascorsi inThailandia, in una
cittadina dove gli unici libri disponibili sono o in lingua locale, o
in inglese e francese.
Solitamente faccio la scorta
passando per Bangkok, ma di libri in lingua italiana ce ne sono
sempre troppo pochi. Allora leggo tramite i dispositivi elettronici.
Ma vuoi mettere un libro da
tenere tra le mani, che sa di carta stampata, di vita magari già
vissuta, di pagine un pò ingiallite e magari con quel retrogusto di
vecchio, che rendono i libri ancora più preziosi?
Per questo passo spesso in
libreria, per sentire profumo di libri, di nuove cose da imparare, di
parole che fanno riflettere, di parole che riescono a far innamorare
l'anima della vita.
Ieri, mentre cercavo un
libro - che non ho trovato - mi si avvicina una signora.
Vestita con la mantellina
quella pesante di lana per far fronte al freddo che c'è fuori.
Occhiali appoggiati tra i capelli, sciarpa color vermiglio attorno al
collo ed una busta zeppa di libri, appena acquistati suppongo.
Mi si avvicina con un
bellissimo sorriso e gli occhi color nocciola, mi guarda per un
istante che a me pare eterno.
Stavo leggendo la trama di
un libro di cui la copertina m'aveva incuriosito.
Lei mi saluta con un sonoro
"ciao". Mi volto ricambiando il saluto con un "salve"
ed il miglior sorriso che mi poteva venire fuori in quell'istante.
Appoggia la busta zeppa di
libri a terra, si china leggermente e tira fuori un libro dalla
copertina flessibile color acqua. Non riesco a leggerne il titolo.
Si rialza, mi riguarda
dritta negli occhi. Per un istante interminabile mi sono sentita nuda
ma serena di fronte a quello sguardo. Prende il libro e lo dirige con
gesto delicato ma fermo verso di me.
Interdetta la guardo non
capendo che cosa dovessi fare.
Lei allora dice con un tono
dolcissimo "è per te questo libro".
Attimo di smarrimento
evidente sul mio volto. Esito a prendere il libro. È una situazione
insolita. Manco la conosco questa signora. Lei con il gesto della
mano mi mette il libro tra le mani e ripete "questo libro è per
te, sento che è per te, non temere è un regalo".
Smarrimento decisamente più
evidente sul mio volto. Non mi escono subito le parole. Ma prendo il
libro, guardo la prima di copertina e dico con sorpresa mista a gioia
"wow, è uno dei libri che prima o poi avevo intenzione di
leggere".
Alzo lo sguardo verso la
signora che compiaciuta ha già ripreso tra le mani la pesante busta
zeppa di libri. Mi sorride. La ringrazio, perchè non so che altro
dirle. E se ne va.
Ed io lì con il libro tra
le mani e gli occhi che guardano la signora uscire dalla libreria.
Credo di essere rimasta così per un tempo indeteminato, tanto che la
commessa mi si avvicina chiedendomi se sto bene. Mi ripiglio.
Sinceramente non riesco
ancora a comprendere cosa sia accaduto ieri. Credo una sorta di
alchimia, di magia, di quel sentire che attrae anime forse simili.
Il libro ora è tra le mie
mani. È l'ultimo scritto di Andrea Marcolongo e s'intitola "La
misura eroica". Leggo il risvolto della prima di copertina.
Racconta del mito degli Argonauti e del coraggio che spinge gli
uomini ad amare.
Resto ancor più imbambolata
a fissare il libro. Incredula che una perfetta sconosciuta mi abbia
fatto un dono così prezioso. E nella pagina successiva all'indice,
trovo queste parole scritte dall'autrice :
A tutti coloro che
rigettano l'infelicità,
e hanno il coraggio di
salpare,
per la prima volta o
un'altra ancora.
A tutti coloro che hanno
il coraggio
di innamorarsi,
per la prima volta o
un'altra ancora.
Eroi.
Sarà perchè adoro tutti i
miti greci, sarà perchè spesso attingo ai miti per affrontare le
sfide e le occasioni della vita. Sarà moltissime altre cose tutte
incasinate che vorticano nella mia testa in questo istante.
Ma questo è il dono più
prezioso che potessi mai immaginare di tenere tra le mani.
Grazie signora senza nome.
Non la dimenticherò mai.
Credo questo possa definirsi
gesto di "alchimia della gentilezza", quell'alchimia tra
anime che si ritrovano e si riconoscono - in un qualche modo
sconosciuto ed incomprensibile - in pezzi d'esistenza di vite altre.
Ky
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