giovedì 22 marzo 2018

Quando un cerchio si chiude (è bene che la copertina di Linus sia a portata di mano)




Mi sono svegliata pensando ai cerchi.
Ho cercato in internet qualche frase che parlasse di cerchi, di fine cicli, di nuovi portoni da aprire ed opportunità da cogliere.

Chiusa una porta si apre un portone.

Il cerchio non è altro che una linea retta che ritorna al suo punto di partenza. (Frederic Dard)

Noi pensiamo troppo in piccolo. Come la rana in fondo al pozzo che pensa che il cielo sia grande quanto il cerchio in cima al pozzo. Se giungesse all'esterno avrebbe una visione interamente differente. (Mao Tse-Tung)

Sarà perchè proprio in queste ultime ore si è chiuso un cerchio importante della mia vita.
Sarà perchè da molti mesi a questa parte ci sono stati molteplici piccoli, grandi, visibili e più nascosti segnali, lì ad indicare che il tempo di chiudere il cerchio e passare ad altro era inevitabile.

Sarà...e ricordo come fin da bambina disegnavo -a volte consapevolmente, altre meno- disegnavo cerchi sul foglio. Magari mentre con gli occhi e la testa ascoltavo la lezione di turno dietro il banco di scuola. E spesso mi ridestavo solo quando la punta della biro s'inceppava a causa di quello strap che si formava sul leggero foglio di cellulosa, andando così a segnare e magari a rovinare anche la pagina successiva del malcapitato quaderno.
Quello strap mi ridestava.
Mi costringeva a posare lo sguardo su quei cerchi infiniti, che poi tanto cerchi non sono stati mai. Più che altro degli ovali neanche troppo regolari.

Ci ripenso solo oggi a quei disegni, a quei presunti cerchi.
E comprendo che è proprio vero come la vita sia un continuo vivere in tondo.
Un vivere che però aggiunge e toglie ogni volta un qualcosa, in più o in meno.
Un vivere composto di cerchi, più o meno grandi, più o meno flessibili, più o meno violabili.
Si parla di spazio vitale pensando a quello spazio necessario ad ogni persona per respirare e potersi muovere con facilità. Spazio che ho sempre immaginato come un cerchio. Soggettiva la circonferenza.

Soggetivo e personale anche scegliere a chi e a cosa fare posto dentro questo cerchio.
In verità sono solo cerchi immaginari, cerchi che ci aiutano ad affrontare con un pò di serenità in più l'esistenza.
Cerchi che assomigliano -non per forma ma per significato- alla famosa e consumata "copertina di Linus".
Cerchi che utilizziamo per proteggerci, per proteggere, per accogliere, per coccolare, per consolare, per tenere le distanze, per difenderci e difendere, per raccontare e per ascoltare.

I cerchi poi, non si chiudono mai veramente, non alla perfezione.
A meno che non usiamo un compasso.
Non si chiudono quasi mai quando di mezzo ci sono emozioni, occhi, pelle, mani, sguardi, sorrisi, lacrime, affetti, parole e gesti che hanno segnato e fatto la differenza nella nostra vita.
Non si chiudono i cerchi perchè non sono perfetti, non lo sono mai o quasi mai.
Preferisco l'imperfezione, così posso lasciare sempre una piccola apertura in quella continua curva di cui sono fatti i cerchi. È più facile così entrare ed uscire, lasciar entrare e lasciar uscire.
È come se ci fosse più apertura, più spiragli d'aria, meno senso di chiusura.
E così mi piacciono quei cerchi che cercano di trovare punti di contatto con tanti altri cerchi, imperfetti, piccoli, grandi, flessibili.
Cerchi che sembrano volersi in qualche modo incastrare con cerchi altri.

Se mi volto un istante e guardo quello che è stato in questi 40 anni, scorgo cerchi -imperfetti ed ammaccati - che si toccano, si sovrappongono, si confondono, si completano, si scontrano, si fanno largo, sgomitano, attendono, si fanno da parte...eppure ciascun cerchio ha reso questa esistenza ricca, sofferta, una costante conquista. E ne è valsa davvero la pena fin qui.

In fondo sono i cerchi che ci danno la capacità di assimilare e contenere, una dopo l'altra, esperienze.
Dentro i cerchi custodiamo quello che abbiamo imparato cammin facendo, quello che ci ha fatto cadere, quello che ci ha fatto esultare, quello che abbiamo compreso, quello che non vorremmo più rifare o rivivere. Custodiamo persone e affetti, amicizie e amori.

Certo, oggi per me, resta il fatto che anche questo cerchio si è chiuso. Meglio, si sta prendendo tempo per lasciar andare quello che non è necessario per il domani, e sta facendo spazio per il nuovo che di certo ci sarà, quel nuovo che si spera di trovare ogni volta che si chiude una porta alle proprie spalle.

Di sicuro, è un cerchio che continuerà a guidare i miei passi nel mondo, insieme a tutti i cerchi più o meno grandi, più o meno flessibili, imperfetti e molteplici che ho alle spalle.
Cerchi che sono logori, vecchi, ricchi di ricordi ed esperienze, colmi di vissuto e che sanno rassicurarmi quando sembra di non vedere possibilità nuove.
Cerchi che hanno ancora la forza e la capacità di tenermi a galla ogni volta che sento la necessità di farmi avvolgere da quella logora, vecchia ma rassicurante "copertina di Linus".

Ky


*immagine presa dal web

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