lunedì 15 gennaio 2018

Come un vaso rotto (la bellezza ed il talento a volte stanno proprio nell'imperfezione, nelle crepe riempite con l'oro)




Cos'è l'imperfezione?
Spesso è qualcosa che fatichiamo ad accettare se riguarda noi stessi,
qualcosa invece che vediamo alla prefezione se si tratta degli altri.
A tal proposito mi viene in mente un'immagine, l'immagine di un simbolo: il TAO.

Questo simbolo di origine orientale e conosciuto in tutto il mondo, richiama
diverse immagini contrapposte ma inscindibili:
luce/ombra
vita/morte
ying/yang
vittoria/sconfitta
maschile/femminile
giorno/notte
e per me stanno a significare l'importanza della luce e dell'ombra che vive all'interno di ciascun essere umano.

Nell'ombra si intravede un piccolo seme di luce e nella luce si scorge il seme della tenebra.
Nostro compito è cogliere il seme di luce che si trova all'interno della zona d'ombra, questo presuppone che serve immenso coraggio per accogliere ed accettare le nostre imperfezioni, le nostre caratteristiche oscure che temiamo ma che ci appartengono, e che riteniamo socialmente non convenienti. Ma per quanto rifuggiamo da queste zone oscure, queste saranno sempre con noi, dunque tanto vale cercare di accettarle e farle uscire in modi che vadano oltre le convenzioni con il rischio di risultare a volte ridicoli.


E' meglio essere assolutamente ridicoli
che assolutamente noiosi.
(Merilin Monroe)


Impariamo ad abbracciare i nostri limiti, perchè al loro interno spesso c'è nascosto un valore, un talento che ha solo bisogno di essere man-tenuto e di trovare il suo spazio nel mondo e per divenire da brutto anatroccolo a splendido cigno.
La necessità urgente di questi tempi è la capacità di liberare la bellezza contenuta nella nostra imperfezione. 

A volte però non abbiamo tanto paura dell'ombra che ci abita dentro, ma della luce. Marianne Williamson descrive molto bene questa profonda paura attraverso parole che divengono poesia.



La nostra paura più profonda
non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda
è di essere potenti sopra ogni limite.
E' la nostra luce, non la nostra oscurità,
che più ci spaventa.

Ci domandiamo "chi sono io per brillare,
per splendere di talento favoloso?"
In realtà chi sei tu per non esserlo?
Siamo figli di Dio.
Agire da piccolo uomo
non serve al mondo.
Non c'è nulla di illuminato
nello sminuire se stessi cosicchè
le persone intorno a noi si sentiranno insicure.

Siamo tutti nati per risplendere,
come fanno i bambini.
Siamo nati per rendere manifesta
la gloria che è dentro di noi.
Non solo in alcuni di noi:
è in ognuno di noi.

Se noi lasciamo la nostra luce splendere
inconsapevolemente diamo ad altre persone
la possibilità di fare lo stesso.
E quando ci liberiamo dalle nostre paure,
la nostra presenza
automaticamente libera gli altri.


Non ha importanza che temiamo le nostre ombre interiori o che la nostra più grande paura sia la luce che possiamo fare.
importa che qualunque sia la nostra posizione cerchiamo di rendere i nostri limiti, le nostre imperfezioni e paure, dei valori e dei talenti da far emergere per donarli al mondo.

La tendenza umana è spesso quella di soffermarsi a scovare le imperfezioni degli altri, di criticare le crepe che ci sono nel mondo e continuiamo così a sfornare solo lamentele. Ma anche se possiamo essere nel giusto, il mondo non diventa quello che vogliamo perchè noi recriminiamo contro le sue crepe. Il mondo può migliorare solo nel momento in cui scorgiamo all'interno delle sue crepe la bellezza che vi è custodita.
Troppo spesso viviamo con l'idea che il meglio sia puntare il dito contro gli altri, contro il sistema e questo ci porta solo verso una direzione: rendiamo invivibili le relazioni personali ed anche sentimentali.
Prima di arrivare a questo dovremmo imparare, come diceva più di 2000 anni fa un certo Gesù, a guardarci dentro ed accogliere le nostre imperfezioni e le nostre crepe per poi aiutare il nostro fratello a fare lo stesso.


Come puoi dire al tuo fratello: ~lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio~
mentre nel tuo occhio c'è la trave?
Ipocrita. Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene
per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
(Matteo 7,1-5)


Se facciamo un giro nell'antichità ci accorgiamo che anche Afrodite, meglio conosciuta da noi latini come Venere, aveva un leggero strabismo, eppure tutti noi la consideriamo da secoli come la dea della bellezza e dell'amore.
Altro esempio è il prode Achille ed il suo famoso punto debole, il tallone. Questa imperfezione non lo ha reso debole, ma anzi ha rafforzato il suo valore tanto da far perire in battaglia il suo temibile avversario Ettore.
Questo ci dimostra e c'insegna che la vera protagonista spesso è l'imperfezione.


In Giappone esiste un'antica tecnica, il kintsugi in cui i vasi rotti, ridotti a cocci, vengono riparati con una speciale colla contenente dell'oro. Questo rende i vasi con le crepe ripiene d'oro, ancora più preziosi e ricchi di valore.

Questa immagine mi fa pensare a come i nostri talenti sono nascosti dentro le crepe, solo che non hanno ancora trovato lo spazio per uscire alla luce o non sappiamo vedere la loro reale bellezza.
Come amo fare, affido ad un racconto il potere di spiegare in maniera semplice e chiara questi concetti.

Una anziana donna cinese possedeva due grandi vasi, appesi alle estremità di un lungo bastone che portava bilanciandolo sul collo.


Uno dei due vasi aveva una crepa, mentre l'altro era intero. Così alla fine del lungo tragitto dalla fonte a casa, il vaso intero arrivava sempre pieno, mentre quello con la crepa arrivava sempre mezzo vuoto.

Per oltre due anni, ogni giorno l'anziana donna riportò a casa sempre un vaso e mezzo di acqua.



Ovviamente il vaso intero era fiero di se stesso, mentre il vaso rotto si vergognava terribilmente della sua imperfezione e di riuscire a svolgere solo metà del suo compito. Dopo due anni, finalmente trovò il coraggio di parlare con l'anziana donna, e dalla sua estremità del bastone le disse: "Mi vergogno di me stesso, perché la mia crepa ti fa portare a casa solo metà dell'acqua che prendi".



L'anziana donna sorrise "Hai notato che sul tuo lato della strada ci sono sempre dei fiori, mentre non ci sono sull'altro lato? Questo succede perché, dal momento che so che tu hai una crepa e lasci filtrare l'acqua, ho piantato semi di fiori solo sul tuo lato della strada. Così ogni giorno, tornando a casa, tu innaffi i fiori.
Per due anni io ho potuto raccogliere dei fiori che hanno rallegrato la mia casa e la mia tavola. Se tu non fossi così come sei, non avrei mai avuto la loro bellezza a rallegrare la mia abitazione"



A questo punto due sono le vie percorribili:

possiamo vederci come brutti anatroccoli
possiamo avere difetti ed imperfezioni come Venere o come Achille

oppure possiamo trasformare queste imperfezioni in talenti inaspettati.

 magici strabismi
vulnerabili talloni e
crepe preziose
(Alessandro Chelo)

Solo scegliendo la seconda via possiamo donarci al mondo per chi siamo veramente:
bellissimi vasi rotti resi preziosi dall'oro che riempie ogni crepa. 

Ky

*immagini prese dal web
* le riflessioni presenti nel post sono state presentate da Alessandro Chelo al Tedx di Modena "Abbraccia i tuoi limiti, troverai i tuoi talenti"
Mi sono presa la libertà di personalizzarle un pò perchè le ho trovate molto vicine al mio pensiero ed alla mia esperienza di vita.




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