Cos'è
l'imperfezione?
Spesso
è qualcosa che fatichiamo ad accettare se riguarda noi stessi,
qualcosa
invece che vediamo alla prefezione se si tratta degli altri.
A
tal proposito mi viene in mente un'immagine, l'immagine di un
simbolo: il TAO.
Questo
simbolo di origine orientale e conosciuto in tutto il mondo, richiama
diverse
immagini contrapposte ma inscindibili:
luce/ombra
vita/morte
ying/yang
vittoria/sconfitta
maschile/femminile
giorno/notte
e
per me stanno a significare l'importanza della luce e dell'ombra che
vive all'interno di ciascun essere umano.
Nell'ombra
si intravede un piccolo seme di luce e nella luce si scorge il seme
della tenebra.
Nostro
compito è cogliere il seme di luce che si trova all'interno della
zona d'ombra, questo
presuppone che serve immenso coraggio per accogliere ed accettare le
nostre imperfezioni, le nostre caratteristiche oscure che temiamo ma
che ci appartengono, e che riteniamo socialmente non convenienti. Ma
per quanto rifuggiamo da queste zone oscure, queste
saranno sempre con noi, dunque tanto vale cercare di accettarle e
farle uscire in modi che vadano oltre le convenzioni con il rischio
di risultare a volte ridicoli.
E'
meglio essere assolutamente ridicoli
che
assolutamente noiosi.
(Merilin
Monroe)
Impariamo
ad abbracciare i nostri limiti, perchè al loro interno spesso c'è
nascosto un valore, un talento che ha solo bisogno di essere man-tenuto e di trovare il suo spazio nel mondo e per divenire
da brutto anatroccolo a splendido cigno.
La
necessità urgente di questi tempi è la capacità di liberare la
bellezza contenuta nella nostra imperfezione.
A volte però non abbiamo tanto paura dell'ombra che ci abita dentro, ma della luce. Marianne Williamson descrive molto bene questa profonda paura attraverso parole che divengono poesia.
La nostra paura più
profonda
non è di essere inadeguati.
La nostra paura più
profonda
è di essere potenti sopra
ogni limite.
E' la nostra luce, non la
nostra oscurità,
che più ci spaventa.
Ci domandiamo "chi sono
io per brillare,
per splendere di talento favoloso?"
In realtà chi sei tu per
non esserlo?
Siamo figli di Dio.
Agire da piccolo uomo
non serve al mondo.
Non c'è nulla di illuminato
nello sminuire se stessi
cosicchè
le persone intorno a noi si
sentiranno insicure.
Siamo tutti nati per
risplendere,
come fanno i bambini.
Siamo nati per rendere
manifesta
la gloria che è dentro di
noi.
Non solo in alcuni di noi:
è in ognuno di noi.
Se noi lasciamo la nostra
luce splendere
inconsapevolemente diamo ad
altre persone
la possibilità di fare lo
stesso.
E quando ci liberiamo dalle
nostre paure,
la nostra presenza
automaticamente libera gli
altri.
Non ha importanza che temiamo le nostre ombre interiori o che la nostra più grande paura sia la luce che possiamo fare.
importa che qualunque sia la nostra posizione cerchiamo di rendere i nostri limiti, le nostre imperfezioni e paure, dei valori e dei talenti da far emergere per donarli al mondo.
La
tendenza umana è spesso quella di soffermarsi a scovare le
imperfezioni degli altri, di criticare le crepe che ci sono nel
mondo e continuiamo così a sfornare solo lamentele. Ma anche
se possiamo essere nel giusto, il mondo non diventa quello che
vogliamo perchè noi recriminiamo contro le sue crepe. Il mondo può
migliorare solo nel momento in cui scorgiamo all'interno delle sue
crepe la bellezza che vi è custodita.
Troppo
spesso viviamo con l'idea che il meglio sia puntare il dito contro gli
altri, contro il sistema e questo ci porta solo verso una direzione:
rendiamo invivibili le relazioni personali ed anche sentimentali.
Prima
di arrivare a questo dovremmo imparare, come diceva più di 2000 anni
fa un certo Gesù, a guardarci dentro ed accogliere le nostre
imperfezioni e le nostre crepe per poi aiutare il nostro fratello a
fare lo stesso.
Come
puoi dire al tuo fratello: ~lascia che tolga la pagliuzza dal tuo
occhio~
mentre
nel tuo occhio c'è la trave?
Ipocrita.
Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene
per
togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
(Matteo
7,1-5)
Se
facciamo un giro nell'antichità ci accorgiamo che anche Afrodite,
meglio conosciuta da noi latini come Venere, aveva un leggero
strabismo, eppure tutti noi la consideriamo da secoli come la dea
della bellezza e dell'amore.
Altro
esempio è il prode Achille ed il suo famoso punto debole, il
tallone. Questa imperfezione non lo ha reso debole, ma anzi ha
rafforzato il suo valore tanto da far perire in battaglia il suo
temibile avversario Ettore.
Questo
ci dimostra e c'insegna che la vera protagonista spesso è l'imperfezione.
In
Giappone esiste un'antica tecnica, il kintsugi
in cui i vasi rotti, ridotti a cocci, vengono riparati con una
speciale colla contenente dell'oro. Questo rende i vasi con le crepe
ripiene d'oro, ancora più preziosi e ricchi di valore.
Questa
immagine mi fa pensare a come i nostri talenti sono nascosti dentro
le crepe, solo che non hanno ancora trovato lo spazio per uscire alla
luce o non sappiamo vedere la loro reale bellezza.
Come
amo fare, affido ad un racconto il potere di spiegare in maniera
semplice e chiara questi concetti.
Una
anziana donna cinese possedeva due grandi vasi, appesi alle
estremità di un lungo bastone che portava bilanciandolo sul
collo.
Uno dei due vasi aveva una crepa, mentre l'altro era
intero. Così alla fine del lungo tragitto dalla fonte a casa, il
vaso intero arrivava sempre pieno, mentre quello con la crepa
arrivava sempre mezzo vuoto.
Per oltre due anni, ogni giorno
l'anziana donna riportò a casa sempre un vaso e mezzo di
acqua.
Ovviamente il vaso intero era fiero di se stesso,
mentre il vaso rotto si vergognava terribilmente della sua
imperfezione e di riuscire a svolgere solo metà del suo compito.
Dopo due anni, finalmente trovò il coraggio di parlare con
l'anziana donna, e dalla sua estremità del bastone le disse: "Mi
vergogno di me stesso, perché la mia crepa ti fa portare a casa
solo metà dell'acqua che prendi".
L'anziana donna
sorrise "Hai notato che sul tuo lato della strada ci sono
sempre dei fiori, mentre non ci sono sull'altro lato? Questo succede
perché, dal momento che so che tu hai una crepa e lasci filtrare
l'acqua, ho piantato semi di fiori solo sul tuo lato della strada.
Così ogni giorno, tornando a casa, tu innaffi i fiori.
Per due
anni io ho potuto raccogliere dei fiori che hanno rallegrato la mia
casa e la mia tavola. Se tu non fossi così come sei, non avrei mai
avuto la loro bellezza a rallegrare la mia abitazione"
A
questo punto due sono le vie percorribili:
possiamo vederci come brutti anatroccoli
possiamo
avere difetti ed imperfezioni come Venere o come Achille
oppure possiamo trasformare queste imperfezioni in talenti inaspettati.
magici strabismi
vulnerabili
talloni e
crepe
preziose
(Alessandro
Chelo)
Solo
scegliendo la seconda via possiamo donarci al mondo per chi siamo
veramente:
bellissimi
vasi rotti resi preziosi dall'oro che riempie ogni crepa.
Ky
*immagini prese dal web
* le riflessioni presenti nel post sono state presentate da Alessandro Chelo al Tedx di Modena "Abbraccia i tuoi limiti, troverai i tuoi talenti"
Mi sono presa la libertà di personalizzarle un pò perchè le ho trovate molto vicine al mio pensiero ed alla mia esperienza di vita.
Mi sono presa la libertà di personalizzarle un pò perchè le ho trovate molto vicine al mio pensiero ed alla mia esperienza di vita.
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