Camminavo qualche giorno fa
lungo un pezzo di confine thai-birmano, stesso posto stesso sentiero
stessa panchina, stesso fiume che scorre lentamente da Sud direzione
Nord, stesse barche che traghettano anime da una riva all'altra,
stessi Caronte che chiedono l'obolo per il passaggio, soliti bambini
che si tuffano nel fiume come fosse il mare più bello che abbiano
mai visto, stesse mamme e donne che lavano i panni lungo la stessa
sponda, stessi uomini mariti e compagni che cercano di rimediare la
cena lanciando le reti.
Sembra sempre tutto
dannatamente simile, quasi identico.
In questo caso non sono i
dettagli che fanno la differenza, no.
La differenza la fa il mio
sentire, ogni volta, "nonostante tutto sia sempre lo stesso";
le emozioni e sensazioni che vivo sono diverse, a volte con sfumature
impercettibili , altre volte con picchi di dolore e con respiri di
gioia.
La realtà è come viene
percepita dal nostro interno, gli occhi in questo caso sono solo un
tramite, un passaggio che suscita ogni volta emozioni diverse "nonostante tutto sia sempre lo stesso".
E penso a quante volte ho
vissuto e vivo la vita fermandomi a qual "nonostante tutto sia
sempre lo stesso", senza andare un passo oltre, senza
sbilanciarmi verso la sponda opposta, forse perchè è più sicuro
stare nel dove si conosce, nel luogo che i miei passi ben sanno,
senza timore di inciampare o di cadere.
E se cado?
Il cadere implica un'azione
successiva, il rimettersi in piedi.
Il difficile sta però nello
spazio che esiste tra l'essere per terra ed il tentativo di
rialzarsi.
Per me spesso è uno spazio
infinito, come fosse una scala che sale e che da una lieve pendenza
si inclina sempre più fino a divenire così ripida da dare sensazioni di vertigini al solo guardarla.
Eppure è la sola via per
tornare in piedi, un pò come è la sola via per tutte quelle anime
che necessitano di un Caronte per passare da una riva all'altra.
Allora è tempo di iniziare
la traversata o la scalata, un passo, un altro ancora ed ancora ed
ancora...
la soluzione sta
nell'evitare di guardare troppo in là o troppo in alto per evitare
le vertigini e iniziare a salire, a compiere il passaggio.
"Nonostante tutto sia
sempre lo stesso", l'importante è godere del percorso, la meta
poi arriverà quando i tempi saranno maturi, quando io, noi, saremo
consapevoli che la differenza la possiamo fare solo guardando verso
il dentro di noi, lì c'è spazio per tutte le domande e per tutte le
risposte che cerchiamo e per guardare la vita e le sue esperienze
con occhi rinnovati e più consapevoli "nonostante tutto sia
sempre lo stesso".
Ky
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