domenica 12 novembre 2017

No Pain? No Gain!




No pain? No gain!

Quest'espressione mi fa venire in mente la pubblicità dove Clooney dice:
Nespresso? What else?!

No pain? No gain! What else?!
Nessun dolore? Nessun risultato! Che altro?!

Ironia a parte, un fondo di verità c’è in quest’espressione d’oltre oceano.
 
A ben pensare, già quando nasciamo, il parto è doloroso per nostra madre,
e lo è pure per noi che stavamo così bene dentro quel liquido caldo e rassicurante,
e BUM, tutto un tratto sentiamo che qualcosa ci spinge fuori,
quasi a non volerci più tenere in quel posto così bello e confortevole,
sentiamo un dolore così forte che ancora prima di venire alla luce sperimentiamo da vicino il morire.
Che trauma e che male,
trovarsi in un ambiente freddo, tra mani sconosciute che ci sballottano da un posto all’altro,
sentendo suoni sconosciuti
e tutto questo per cosa?
Per venire al mondo e per dare ragione al "no pain, no gain"
in questo caso, pain e gain, visto che siamo, a quanto pare, il più bel “risultato” per i nostri genitori
e che dovremmo essere felici di essere giunti in sto mondo benedetto.
Già lo diceva la Bibbia:
la donna partorirà con dolore e l’uomo si dovrà guadagnare la pagnotta con il sudore della fronte.
Certo che come immagine è poco allettante…
Fatemi tornare dentro la pancia di mamma!!!

In questo mondo nessun risultato si ottiene senza un dolore ed una sofferenza.
È un dato di fatto.

E questo lo troviamo in ogni parte del globo, in ogni cultura, religione, in ogni situazione.
Lo possiamo leggere anche nelle biografie di grandi geni o di imprenditori miliardari, di guide spirituali o di presidenti illustri, di sportivi famosi e di scalatori di 8000 mt, , che certo hanno avuto successo e risultati nelle loro esistenze ma a che prezzo?!
E possiamo trovare lo stesso percorso anche nelle vite più modeste e semplici delle persone che ci vivono accanto quotidianamente.
Ma nessuno è stato ed è immune nell’ottenere successo e risultati se non sperimentando e vivendo il dolore e la fatica.
È che tendenzialmente preferiamo vedere solo i risultati ed i successi raggiunti e non il dolore per ottenere
quei risultati, soprattutto se non ci riguardano in prima persona.

Il NO PAIN NO GAIN è come una frase scritta nel nostro DNA e c’è poco da fare,
va accettata così com’è.

Ma senza il "no pain no gain", probabilmente non sapremmo conoscerci più a fondo,
non sapremmo fin dove arrivano i nostri limiti,
non sapremmo quando arriviamo a toccare il fondo dal quale non si può che salire,
non sapremmo che abbiamo delle potenzialità nascoste ed inesplorate che aspettano solo noi
per manifestarsi,
e non sapremmo un sacco di altre cose.
La lista è lunga, ciascuno ha la propria.

Il "no pain no gain" ci mette di fronte alla vita, quella più concreta e reale,
quella che tutti gli esseri umani si trovano ad attraversare
e questo non può essere che un conforto per non sentirci soli e sperduti nel mondo.

Ma cè anche un vantaggio insito nel "no pain no gain".
Possiamo decidere noi il COME vivere il dolore e il COME vivere il risultato.

Nulla nella vita capita a caso,
questo l’ho capito strada facendo
e ho compreso perché nessuno ti fa trovare il manuale d’istruzioni appena nasci,
sarebbe troppo facile e così si rischierebbe
di non conoscersi profondamente,
di non trovare il nostro scopo nella vita,
di non lasciare il nostro contributo al mondo,
di non far uscire quella creatività che ciascuno di noi ha e che è solo nostra, nessun’altro la possiede.

Già, il troppo easy, non fa per l’essere umano,
tendenzialmente l’animale più dotato ed intelligente per incasinare anche gli affari più semplici dell’esistenza.
Ma così siamo, e così ci dobbiamo sopportare e supportare.

No pain no gain,
pain e gain.

La scelta spetta a me, a te, a noi.

Due strade
Due diverse direzioni.

Il "no pain no gain"
che significa una vita piatta
senza troppi intoppi
comoda e vissuta nella propria zona di comfort,
affondati sul divano della propria esistenza che non ci piace
ma che non  vogliamo cambiare
perché in fondo non desideriamo il dolore,
e preferiamo seguire il dolore ed i risultati degli altri
pigiando il telecomando e sgranocchiando pop corn,
con quell’invidia tipica di chi è più interessato alle vite altrui che
alla propria crescita umana, spirituale e di risultati e successi.

Il  "pain gain"
una scelta piena di cadute, di porte in faccia,
di dita puntate contro,
di pugnalate alle spalle,
di notti insonni e in solitaria,
di amici fatiscenti e invidiosi,
ma che aiutano a forgiare i nostri caratteri, a far emergere i nostri talenti,
quelle potenzialità profonde
che aiutano a fare la differenza nella nostra vita
e portano un concreto contributo nella vita degli altri.

No pain? no gain!
What else?!

A te la scelta.








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