mercoledì 8 novembre 2017

La mappa non è il territorio



“La mappa non è il territorio”…

Non è che abbia mai ben compreso questo modo di dire.

E forse, a quasi 40 anni, potrei abbozzare un’idea spero plausibile su quello che mi fa pensare questa frase.

È quasi come avere tra le mani una meravigliosa mappa del tesoro con una gigante e rossa X a segnare il punto esatto dove scavare per trovare il forziere zeppo di monete d’oro, per poi, in un momento di lucidità, accorgersi che non ci sono le indicazioni fondamentali per arrivare a quella x rossa, gigante ed invitante…od ancora, per poi rendersi conto che ci sono talmente tante indicazioni e percorsi per arrivare alla x che non si sa da che parte iniziare.

Quest’immagine di X, forziere ed isola
(sì perché di solito il tesoro lo si deve per forza collocare in mezzo ad un’isola dimenticata da Dio)

dicevo che quest’immagine mi fa venire in mente un po’ il rapporto tra due persone
(sono dettagli se le due persone in questione sono amici, colleghi di lavoro, fidanzati, sposati, conviventi ecc.).

E’ come se ciascuna delle due disponesse di una mappa del tesoro, la stessa, identica per filo e per segno, ma poi ognuno la legge a modo suo.

Già proprio un bel grattacapo. Chi ascoltare? Chi dei due ha ragione? Chi azzeccherà il percorso giusto per arrivare alla ricca e rossa x?

Probabilmente entrambi, già, proprio così.

"La mappa non è il territorio" per me sta a significare che per quanto la mia mappa sia super dettagliata e la mappa dell’altra persona, che mi accompagna in questo viaggio, sia in egual modo identica e dettagliata come la mia, inevitabilmente io la leggerò in un modo e l’altra persona a suo modo.
Probabile anche che, per arrivare alla stessa rossa X, io scelga un percorso e l’altra persona un percorso diverso, ma comunque inevitabilmente entrambi arriveremmo alla stessa rossa X anche se forse in tempi diversi.

Il “come” percepisco la realtà, è tutto qui il mistero nascosto tra le righe della frase “la mappa non è il territorio”.

Sembra un po’ di essere come Neo, il protagonista del film Matrix, che ad un certo momento si trova di fronte ad una scelta :

 “E’ la tua ultima occasione, se rinunci  non ne avrai altre. Pillola azzurra , fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie e vedrai quant’è profonda la tana del bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità. Niente di più” gli propone Morpheus.

Pillola azzurra o pillola rossa, rimanere nel mondo che si conosce o lasciarsi portare nella vera realtà.

Bhè certo, per Neo è molto più facile, è in un film e può provare di tutto, dunque è ovvio e scontato che decide di buttarsi a scoprire la vera realtà.

Per noi, umani, è leggermente più complicato ma non impossibile.
Abbiamo tutte le carte in regola per cambiare la percezione della realtà, dipende da noi e dalla nostra volontà e voglia di scoprire il nuovo, che forse spaventa, ma forse anche no.

Ritornando al film Matrix Neo dice “mi fanno male gli occhi” e la risposta di Morpheus “perché non li hai mai usati”.

Quante volte vogliamo solo vedere quello che ci fa comodo, quello che in qualche modo non ci costringe ad interrogarci profondamente sul nostro essere qui in questo mondo; ed ancora quante volte pur di non venire coinvolti chiudiamo gli occhi o volgiamo lo sguardo in una direzione più comoda per paura di venire coinvolti in situazioni scomode, che riteniamo troppo impegnative per noi e di cui preferiamo non curarci pensando che tanto ci sarà qualche buon’anima che se ne occuperà, restando così intrappolati nella ruota dello “scarica barile” e perdendo così l’opportunità di uscire almeno per un po’ dalla nostra personale realtà, o zona di comfort per dirla in lingua attuale, e lasciandoci trascinare in una realtà più grande, più universale.

Ed ancora, quante volte ci troviamo a discutere su chi ha ragione, su che strada seguire, su come gestire il tal progetto, e via dicendo senza renderci conto che stiamo solo sprecando tempo ed energia su discussioni che non portano a nulla proprio perché ciascuno rimane delle proprie opinioni, rinchiuso nella certezza della sua realtà e pronto a difenderla a qualunque costo, o quasi, perdendo così l’occasione di creare nuove realtà, magari condivise, che ci facciano arrivare a quella rossa e gigante x dove si nasconde il tesoro che ogni essere umano cerca.

E questo inestimabile tesoro è nascosto dietro tre domande fondamentali: 

chi sei? 

cosa fai? (qual'è la tua vera vocazione)

perché lo fai? ( che contributo vuoi lasciare al mondo)

Abbiamo tutti necessità di una guida, un maestro, di qualcuno che ci aiuti a scoprirci in questo mondo, a capire la vera natura delle cose, a scoprire chi siamo, cosa facciamo e cosa siamo chiamati a fare su questa terra e qual è la nostra vera vocazione, missione o leggenda personale, se preferite.

Abbiamo tutti bisogno di un Morpheus che ci dica:

“Cerco di aprirti la mente, Neo, ma posso solo indicarti la soglia. Sei tu quello che la deve attraversare.”.


I veri “Morpheus” sono coloro che ci danno dei suggerimenti su come dovremmo vivere nel mondo, ma senza imporre nulla, senza chiedere nulla in cambio. Sono coloro che ci aiutano perché hanno raggiunto un livello di consapevolezza maggiore e sono felici di aiutarci nel nostro percorso di vita, rispettando i nostri tempi, ascoltando le nostre lamentele, accettando anche i nostri “no”.
In sostanza lasciandoci liberi di scegliere senza giudicare nel caso dovessimo scegliere la via opposta.

Alla luce di queste riflessioni, assemblate un po’ per istinto, mi rendo conto della fortuna grande che ho avuto e che ho tutt’ora nell’aver incontrato e nell’avere vicino tante e diversificate versioni di Morpheus, ciascuna necessaria ed utile in passaggi più o meno complessi della vita e… di questo ringrazio.

Ricordiamoci le parole di Morpheus:

“Prima o poi capirai, come ho fatto anch’io, che una cosa è conoscere il sentiero giusto, un’altra è imboccarlo”.

Buona ricerca del tesoro!

*immagine presa dal web





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