“La
mappa non è il territorio”…
Non è che abbia mai ben compreso questo modo di dire.
Non è che abbia mai ben compreso questo modo di dire.
E forse, a quasi 40 anni, potrei abbozzare un’idea spero
plausibile su quello che mi fa pensare questa frase.
È quasi come avere tra le mani una meravigliosa mappa del
tesoro con una gigante e rossa X a segnare il punto esatto dove scavare per
trovare il forziere zeppo di monete d’oro, per poi, in un momento di lucidità,
accorgersi che non ci sono le indicazioni fondamentali per arrivare a quella x
rossa, gigante ed invitante…od ancora, per poi rendersi conto che ci sono
talmente tante indicazioni e percorsi per arrivare alla x che non si sa da che
parte iniziare.
Quest’immagine di X, forziere ed isola
(sì perché di solito
il tesoro lo si deve per forza collocare in mezzo ad un’isola dimenticata da
Dio)
dicevo che quest’immagine mi fa venire in mente un po’ il
rapporto tra due persone
(sono dettagli se le
due persone in questione sono amici, colleghi di lavoro, fidanzati, sposati,
conviventi ecc.).
E’ come se ciascuna delle due disponesse di una mappa del
tesoro, la stessa, identica per filo e per segno, ma poi ognuno la legge a modo
suo.
Già proprio un bel grattacapo. Chi ascoltare? Chi dei due ha
ragione? Chi azzeccherà il percorso giusto per arrivare alla ricca e rossa x?
Probabilmente entrambi, già, proprio così.
"La mappa non è il territorio" per me sta a significare che
per quanto la mia mappa sia super dettagliata e la mappa dell’altra persona,
che mi accompagna in questo viaggio, sia in egual modo identica e dettagliata
come la mia, inevitabilmente io la leggerò in un modo e l’altra persona a suo
modo.
Probabile anche che, per arrivare alla stessa rossa X, io scelga
un percorso e l’altra persona un percorso diverso, ma comunque inevitabilmente
entrambi arriveremmo alla stessa rossa X anche se forse in tempi diversi.
Il “come” percepisco la realtà, è tutto qui il mistero
nascosto tra le righe della frase “la mappa non è il territorio”.
Sembra un po’ di essere come Neo, il protagonista del film
Matrix, che ad un certo momento si trova di fronte ad una scelta :
“E’ la tua ultima
occasione, se rinunci non ne avrai
altre. Pillola azzurra , fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua
e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie
e vedrai quant’è profonda la tana del bianconiglio. Ti sto offrendo solo la
verità. Niente di più” gli propone Morpheus.
Pillola azzurra o pillola rossa, rimanere nel mondo che si
conosce o lasciarsi portare nella vera realtà.
Bhè certo, per Neo è molto più facile, è in un film e può
provare di tutto, dunque è ovvio e scontato che decide di buttarsi a scoprire
la vera realtà.
Per noi, umani, è leggermente più complicato ma non
impossibile.
Abbiamo tutte le carte in regola per cambiare la percezione
della realtà, dipende da noi e dalla nostra volontà e voglia di scoprire il
nuovo, che forse spaventa, ma forse anche no.
Ritornando al film Matrix Neo dice “mi fanno male gli occhi”
e la risposta di Morpheus “perché non li hai mai usati”.
Quante volte vogliamo solo vedere quello che ci fa comodo,
quello che in qualche modo non ci costringe ad interrogarci profondamente sul
nostro essere qui in questo mondo; ed ancora quante volte pur di non venire
coinvolti chiudiamo gli occhi o volgiamo lo sguardo in una direzione più comoda
per paura di venire coinvolti in situazioni scomode, che riteniamo troppo
impegnative per noi e di cui preferiamo non curarci pensando che tanto ci sarà
qualche buon’anima che se ne occuperà, restando così intrappolati nella ruota
dello “scarica barile” e perdendo così l’opportunità di uscire almeno per un
po’ dalla nostra personale realtà, o zona di comfort per dirla in lingua attuale, e lasciandoci trascinare in una realtà più
grande, più universale.
Ed ancora, quante volte ci troviamo a discutere su chi ha
ragione, su che strada seguire, su come gestire il tal progetto, e via dicendo
senza renderci conto che stiamo solo sprecando tempo ed energia su discussioni
che non portano a nulla proprio perché ciascuno rimane delle proprie opinioni,
rinchiuso nella certezza della sua realtà e pronto a difenderla a qualunque
costo, o quasi, perdendo così l’occasione di creare nuove realtà, magari
condivise, che ci facciano arrivare a quella rossa e gigante x dove si nasconde
il tesoro che ogni essere umano cerca.
E questo inestimabile tesoro è nascosto dietro tre domande
fondamentali:
chi sei?
cosa fai? (qual'è la tua vera vocazione)
perché lo fai? ( che contributo vuoi lasciare al mondo)
Abbiamo tutti necessità di una guida, un maestro, di
qualcuno che ci aiuti a scoprirci in questo mondo, a capire la vera natura
delle cose, a scoprire chi siamo, cosa facciamo e cosa siamo chiamati a fare su questa terra e
qual è la nostra vera vocazione, missione o leggenda personale, se preferite.
Abbiamo tutti bisogno di un Morpheus che ci dica:
“Cerco di aprirti la mente, Neo, ma posso solo indicarti la
soglia. Sei tu quello che la deve attraversare.”.
I veri “Morpheus” sono coloro che ci danno dei suggerimenti
su come dovremmo vivere nel mondo, ma senza imporre nulla, senza chiedere nulla
in cambio. Sono coloro che ci aiutano perché hanno raggiunto un livello di
consapevolezza maggiore e sono felici di aiutarci nel nostro percorso di vita,
rispettando i nostri tempi, ascoltando le nostre lamentele, accettando anche i
nostri “no”.
In sostanza lasciandoci liberi di scegliere senza giudicare
nel caso dovessimo scegliere la via opposta.
Alla luce di queste riflessioni, assemblate un po’ per
istinto, mi rendo conto della fortuna grande che ho avuto e che ho tutt’ora
nell’aver incontrato e nell’avere vicino tante e diversificate versioni di
Morpheus, ciascuna necessaria ed utile in passaggi più o meno complessi della
vita e… di questo ringrazio.
Ricordiamoci le parole di Morpheus:
“Prima o poi capirai, come ho fatto anch’io, che una cosa è
conoscere il sentiero giusto, un’altra è imboccarlo”.
Buona ricerca del tesoro!
*immagine presa dal web
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