Comprendere che a volte il proprio modo di agire e reagire,
di fronte a comportamenti, atteggiamenti e parole negative
di altre persone
porta solo a peggiorare la propria salute mentale, è già un
bel passo avanti.
Lo sto sperimentando ancora una volta in questi giorni
tailandesi.
Ma allora che fare?
Come comportarsi?
Continuare a rimuginare? Non sembra un’idea geniale.
Provare ad affrontare la persona di petto? A volte funziona
altre volte peggiora ed imbarazza ancora di più la relazione già tesa.
Le relazioni tra persone sono spesso fonte di conflitti,
di battibecchi, di parole gratuite che feriscono e che
tendono solo
a rendere i rapporti già tesi ancora più insopportabili.
Capita o sarà capitato di certo a ciascuno di noi di
trovarci in situazioni simili
e spesso si agisce per tentativi ed errori, cercando qualla che dovrebbe essere la strada migliore per superare questi gap relazionali che minano il nostro
essere in maniera spesso invisibile.
A tal proposito leggevo qualche tempo fa una breve storia
che racconta di come
un uomo si avvicinò a Buddha. Senza dire una parola, gli
sputò in faccia. I suoi discepoli si arrabbiarono. A quel punto Ananda, il
discepolo più vicino, chiese a Buddha: “Dammi il permesso di dare a quest’uomo
ciò che merita!”. Ma Buddha si asciugò con calma e gli rispose: “No. Parlerò io
con lui”. E unendo i palmi delle mani in segno di riverenza, disse all’uomo:
“Grazie. Con il tuo gesto mi hai permesso di vedere che la rabbia mi ha
abbandonato. Ti sono estremamente grato. Il tuo gesto ha anche dimostrato che
Ananda e gli altri discepoli possono essere ancora assaliti dalla rabbia.
Grazie! Ti siamo molto grati!”. Ovviamente l’uomo non credette alle sue parole,
si sentì commosso e nello stesso angosciato.
Questo breve racconto ci mostra una parola che a me
personalmente
piace poco ma che ho riscoperto molto vera, importante ed
utile in
questi 5 anni in Oriente: IGNORARE.
Lo so, sembra una parola negativa e poco piacevole da
pronunciare,
eppure se applicata con intelligenza e nelle situazioni
davvero necessarie
può essere un ottimo rimedio contro atteggiamenti, parole e
comportamenti
che ci tolgono energia, che non ci fanno esprimere al nostro
meglio.
Se andiamo a vedere la sua etimologia ed il suo vero
significato
possiamo capire che usare questa “tecnica” è come crearsi
una difesa
da quelle relazioni interpersonali che ci possono fare male
e che necessitano
solo di essere ignorate per farci vivere meglio e in
serenità.
Non serve nemmeno distanziare gli altri o distanziarci da loro,
basta solo sapersi proteggere nel miglior modo possibile.
Tutto qua.
Ci sono delle situazioni in particolare da cui è quasi
sempre necessario difendersi:
le critiche distruttive
le manipolazioni
le azioni cattive.
Queste sono le principali situazioni che ci tolgono energia
e che minano la nostra salute mentale alterando così
la nostra ricerca di serenità e felicità.
Certo, non è una via semplice da seguire e da praticare,
soprattutto per chi, come la sottoscritta,
tendenzialmente rimugina troppo sugli accadimenti poco
piacevoli.
Ma con il tempo è una buona tecnica da farsi amica e da
utilizzare tutte le volte che ci sentiamo attaccati e che
abbiamo davvero bisogno
di salvaguardare la nostra interiorità senza cadere in
eccessi di rabbia
che portano solo ad ulteriore conflitto.
E non vi crucciate troppo, non state facendo del male a
nessuno
attraverso la tecnica dell’ignorare, anzi, se non la mettete
in pratica
state facendo del male solo a voi stessi.
È solo questione di .saper accettare che in certe situazioni dobbiamo
mettere noi stessi e la nostra persona davanti a tutto il resto.
Dunque, provare non costa nulla e magari ci si accorge pure
che
ignorare può anche aiutarci ad essere persone più felici
dentro e fuori.
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