martedì 10 ottobre 2017

Posso iniziare a familiarizzare con Lei, la morte

Due opzioni, due pesi sui piatti della bilancia, due possibilità, due strade...quale scegliere? 
Dar retta alla ragione o alla pancia? 
Su che base si sceglie di fronte alla notizia che il rischio di morire è più elevato di quello di vivere?
Mi sto facendo un sacco di domande, tipico del mio pensare introspettivo, e mi rendo conto della grande fatica di dare delle risposte. 

Dalla mia parte c'è il fatto che queste domande non riguardano direttamente né me stessa né qualche mio familiare, ma la situazione in cui si trova un carissimo amico.

Certo questo mi toglie un peso dalle spalle, ma se mi trovassi in una situazione simile come reagirei? Cosa risponderei?
In base a che misura farei pendere la bilancia verso la vita o verso la morte?

Il succo della questione alla fine è : il morire.

Non si è mai pronti, mai abbastanza nemmeno quando ci si “prepara”. 

La nostra società occidentale non ci è mai stata d'aiuto in questo e tanto meno la chiesa che parla di paradiso e dannazione infernale.
Il problema è proprio l'imprintig che abbiamo fatto nostro fin dall'infanzia, inconsapevolmente fino ad un certo punto.

Perchè apprezziamo la vita, tanto da volerci stare aggrappati il più possibile? 
Perchè invece allontaniamo la morte, e il solo pensiero ci fa rabbrividire?

In Oriente, la morte è vista come una continuazione del tempo e dello spazio di vita che ci è stato concesso, poi il morire è un passaggio, quasi come oltrepassare una soglia e cominciare una nuova esperienza, un nuovo percorso, magari con sembianze diverse, magari senza un corpo, magari in nuovi altrove. 
E' un passaggio naturale.

Ma non serve arrivare fino al lontano Oriente per capire questi concetti, basterebbe avere  più tempo e più consapevolezza nel voler imparare dalla natura, forse non ci sarebbe questo terrore del morire.

Il pensiero della morte mi pone sempre di fronte ad una domanda essenziale: cos'è davvero importante per me?

Quando veniamo messi di fronte a Lei, si inizia a pensare davvero alle persone ed alle cose che sono fondamentali e veramente importanti per noi e si cambia la domanda che spesso ci facciamo quando non abbiamo problemi così elevati e ardui da affrontare. 

Si passa dal chiedersi “Che cosa ho ottenuto?” al dirsi “Che cosa ho dato?”. E in questi istanti di lucida consapevolezza si fa il miglior bilancio della propria vita, quello più vero ed essenziale.

Perchè aspettiamo che qualcuno o qualche situazione inattesa ci metta di fronte alla scelta o alla possibilità di vita o morte?

Perchè troppo spesso non viviamo le nostre giornate ciascuna come se fosse la sola che abbiamo a disposizione?

Perchè aspettiamo di goderci davvero la vita solo quando ormai il tempo sta per scadere?

Perchè...?

Le domande sono infinite, le risposte sono infinite, ciascuno con le proprie esperienze ed il proprio vissuto, ciascuno con i sui tempi e spazi.
Sono domande necessarie se vogliamo vivere bene l'adesso, il qui ed ora.

Certo, gira e rigira, sono sempre al punto di partenza.
Non ho risposte valide, non ho formule magiche, non ho la sfera di cristallo per sapere cosa succederà, per sapere se il piatto della bilancia sarà più pesante verso il vivere o se si farà tirare giù dal morire, questo proprio non lo so.


Ma posso da oggi iniziare a familiarizzare con Lei, la morte, e provare a vivere davvero ogni istante come se fosse l'ultimo.

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