Ieri ho postato un video sulla pagina Facebook Pensa Senza Stress ( https://www.facebook.com/pensasenzastress/?ref=bookmarks), riguardo la resilienza. Ho pensato
di mettere nero su bianco quello che dico perchè così è più facile poter
rileggere i concetti esposti.
Resilienza: termine coniato in fisica per descrivere l'attitudine di un
corpo a resistere ad un urto*,
quindi la capacità che ha un oggetto a resistere ad un urto, ad botta molto forte.
Successivamente il
concetto di resilienza si ritrova in ambito delle scienze sociali per
indicare la capacità di riuscire, di vivere e svilupparsi positivamente, in
maniera socialmente accettabile, nonostante lo stress o un evento traumatico che
generalmente comportano il grave rischio di un esito negativo.*
Chi più chi meno
molti di noi hanno avuto probabilmente qualche trauma infantile (o più in là
nel corso della vita), molti lo ricordano, molti l'hanno rimosso, ma c'è e
prima o poi si fa presente nella vita adulta anche se magari non ne siamo
consapevoli.
La resilienza è un
termine che viene anche associato al mondo del lavoro.
Martin Seligman,
inventore della psicologia positiva, definisce la resilienza come la
differenza del modo in cui la gente reagisce al fallimento.**
Questo concetto, in
effetti, può essere riportato anche in ambito scolastico e nella quotidianità,
in tutti i piccoli e grandi fallimenti che ci accadono e per cui, in qualche
modo, siamo predisposti, proprio perchè il fallimento dovrebbe essere una delle
occasioni per poi cambiare direzione e trovare la via migliore.
Un esempio tratto
da diario di Donovan Campbel, capo plotone in Iraq.
“A scuola sei
premiato se non commetti errori. Poi esci e cominci a lavorare, e ti accade
spesso di ottenere una promozione grazie al fatto che fai pochi sbagli. E così
non fai altro che sviluppare l'idea che gli errori siano da evitare a tutti i
costi. Ciò che impari sotto le armi è che non importa quanto uno si sforzi o
quanto uno sia abile. Primo: commetterai degli errori; secondo: a volte gli
eventi, il nemico, o una situazione in evoluzione ti impediscono di avere la
meglio, e infatti fallisci. E così familiarizzi con questa idea”.**
Viviamo in una
società in cui meno si sbaglia e meglio è, per la propria autostima, per le
persone che ci vivono accanto, meglio è per avere promozioni sul lavoro o
riconoscimenti a qualsiasi livello ed in qualunque ambito.
Riprendendo le
parole di Campbel, possiamo ricavare degli insegnamenti molto importanti
riassumibili in 5 punti:
1. Riconoscere
che possa capitare di sbagliare.**
Un bravo coah,
leader, maestro sa riconoscere immediatamente un insuccesso e discuterne con il proprio team o gruppo, mettendo in
preventivo che il fallimento/insuccesso può accadere e insieme trovare delle
soluzioni in caso sia necessario arginare il problema
2. Incoraggiare
il dialogo per favorire la fiducia.**
Spesso evitiamo di
discutere dei problemi, invece è una cosa fondamentale per saper affrontare e
superare i problemi; solo parlandone si va oltre la superficie, si possono così
estirpare problemi e fallimenti alla radice.
3. Separate
la persona dall'insuccesso.**
Quando si sbaglia,
si tende ad incolpare la persona. In realtà, nell'80% delle situazioni, non è
la persona che fallisce, ma è il progetto che ha fallito. Impariamo a non
puntare il dito verso gli altri, ma vedere il fallimento come un qualcosa che
non ha funzionato per il verso giusto nel progetto.
4. Imparate
dai vostri errori.**
Non voler imparare
dai propri errori è una grande opportunità persa di crescita.
5. Create un
sistema di contenimento dei rischi e degli insuccessi.**
Più viviamo
situazioni di insuccesso, fallimento e rischio, più riusciamo a trovare un
metodo per arginare alla base il problema in futuro.
Oggi abbiamo molti
esempi di persone resilienti. Un paio di nomi del mondo dello sport: Alex
Zanardi e Bebe Vio, entrambi hanno perso parti del loro corpo. Ma hanno una
forza di volontà incredibile, un carattere così positivo ed un'autoironia
spiccata che riescono ad affrontare ogni giornata con il sorriso.
Questa è la loro
forza. Questa è la loro capacità di andare avanti ogni giorno.
Per me sono
campioni di resilienza.
Campioni
nell'affrontare gli urti della vita con coraggio, determinazione, sorriso e
positività. Nello specifico l'urto più doloroso che hanno subito nelle loro
vite: l'amputazione degli arti.
Queste sono le
persone da ringraziare e stimare.
Di certo non sono i
soli, penso che tutti noi conosciamo qualcuno che è campione di resilienza.
Impariamo a vivere
la resilienza, a fare nostro questo concetto per saper affrontare con
positività gli urti della vita.
Estratti dei libri:
** Come trattare gli altri e farseli amici nell'era digitale
di Dale Carnegie
*Il dolore meraviglioso - diventare adulti sereni superando i traumi dell'infanzia
di Boris Cyrulnik
di Dale Carnegie
*Il dolore meraviglioso - diventare adulti sereni superando i traumi dell'infanzia
di Boris Cyrulnik
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