- Take care.
- You too.
Finivano sempre così i
saluti tra noi e il nostro amico e collaboratore birmano, in
Thailandia.
Un modo
diverso dal comune saluto, un modo che mi faceva andare via con una
bella sensazione addosso, un modo più profondo per dire l'importanza
del tenere nel cuore e a cuore chi abbiamo davanti ma anche chi
siamo.
In
questi giorni sto leggendo la biografia dell'ex famoso tennista Andre
Agassi e mi sono chiesta
"cos'ha in comune con
la biografia di Mandela?"
Due personalità
all'apparenza così distanti – non solo geograficamente – con due
vite molto diverse.
Uno campione di diritti
umani e l'altro per molti anni numero uno nel panorama mondiale del
tennis.
In comune hanno il carcere.
Un carcere fisico e reale
per Mandela, un carcere mentale per Agassi.
Ma sempre un carcere resta.
E questo loro modo così atipico di vivere il tempo e lo spazio del
carcere, li ha condotti alla stessa riflessione.
Nel 1997 in uno dei suoi
molti discorsi, Mandela tocca un tema fondamentale che è senza
tempo, che riguarda ogni essere umano.
"Il
tema: dobbiamo tutti avere cura gli uni degli altri
– è
questo il nostro compito nella vita.
Ma
dobbiamo avere cura di noi stessi,
il
che significa che dobbiamo prendere con cura le nostre
decisioni,
intrattenere
con cura i nostri rapporti personali,
riflettere
con cura su ciò che diciamo.
Dobbiamo
gestire la nostra vita con cura,
per
evitare di diventare delle vittime".*
L'importanza di avere sempre
cura del nostro sè, l'unica via percorribile per avere così la
necessaria capacità di cura verso gli altri.
E questo l'ha capito, non
dopo molte difficoltà interiori e di gioco, anche Andre Agassi. Una
sorta di spiraglio di luce in uno dei periodi più bui della sua vita
personale e di professionista.
"Aiutare
Frankie mi dà più soddisfazione e mi fa sentire più connesso e
vivo e me stesso di qualsiasi altro evento del 1996.
Mi
dico: ricordatelo. Tienitici stretto.
È
l'unica perfezione che esista, la perfezione di aiutare gli altri.
È
l'unica cosa che possiamo fare che abbia un valore o un significato
duraturo.
È
per questo che siamo qui.
Per
farci sentire sicuri a vicenda".*
Bisogno di prendersi cura di
sè e di chi abbiamo accanto. Che siano gli affetti più cari, o i
colleghi di lavoro, che siano i clienti per e con cui lavoriamo o che
siano persone a noi sconosciute e lontane.
C'è sete del prendersi
cura, del fare con cura per creare così quella necessaria vicinanza
che permette di sentirci al sicuro e di far sentire al sicuro – per
quanto possibile – ogni persona che entra in relazione con noi. Ed
è proprio questa comprensione e consapevolezza che si carica di
valore e significato. La capacità di esserci per sè stessi e per
gli altri.
La capacità del fare nostro
il "take care", quel prendersi cura ogni istante, giorno
dopo giorno di chi siamo e di chi incontriamo. E questo è possibile
solo prestando attenzione alle decisioni che prendiamo, alla gestione
dei nostri rapporti interpersonali, a ciò che esprimiamo con le
nostre emozioni, alle parole che scriviamo e diciamo.
Restare connessi, tenercisi
stretti per creare valore e significato duraturo nel tempo.
Take care,
l'importanza del tenere nel cuore e a cuore chi siamo e chi
incontriamo.
Ky
*Open, la mia storia Andre
Agassi, Einaudi.
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