sabato 3 marzo 2018

Come si misura la semplicità? Grazie ad un paio d'ali di farfalla (attraverso l'arte del tralasciare, la capacità di vivere l'istante e la magia del saper vedere bellezza dove non c'è)



Leggevo vari commenti ad un post. Direi una bugia se dicessi di cosa trattava.
È passato un pò di tempo. Non ricordo nemmeno se era un post su Facebook o Linkedin.
Uno, più di tutti gli altri, ha catturato la mia attenzione.
Non un'affermazione. Non una risposta. Non un punto di vista. No. Niente di tutto questo.
La mia attenzione è stata attratta da una domanda che non ho mai pensato di farmi.

Come si misura la semplicità?

Bella questa. Già.
Come diavolo si misura la semplicità?
Davvero non saprei che rispondere. Almeno, non io.
Forse prima di trovare il metro di misura sarebbe da chiedersi cos'è la semplicità.

Credo ciascuno abbia una propria versione di semplicità.
Dunque parlo per me. È solo il mio punto di vista.
L'arte di capire ciò che si può tralasciare.
È questo il mio concetto di semplicità.
La semplicità è un'arte. L'arte è sempre un qualcosa di soggettivo.
Quel qualcosa che smuove in noi emozioni sempre diverse.
Visioni differenti. Modi di sentire intensi e personali.
Ma la semplicità non è solo arte. È anche un'arte particolare, quella che sa tralasciare tutto ciò che può essere lasciato andare, messo da parte, accantonato.
Una sorta di arte che sa lasciar scivolare tra le dita tutto quelle cose, situazioni, sensazioni, occasioni, delusioni, emozioni che sono un pò di troppo.
Che occupano troppo spazio e tempo. Che non fanno andare al nocciolo della questione.
Insomma, tutto ciò che in qualche modo è un in più e che non può essere d'aiuto o di alcuna utilità per il nostro percorso di vita.

Ora mi resta la parte più complessa. Il come si misura la semplicità.
Uso un'immagine. Reale. Viva. Come se mi fosse appena accaduta.
Due o tre anni fa, non ricordo.
In scooter con Nadia. Direzione collina per raggiungere uno dei progetti umanitari di cui ci occupavamo al tempo.
Nel cuore della città, in una delle tante strade che la fanno sentire viva.
Davanti a noi, un ragazzino in sella ad una bicicletta sgangherata.
Fissati al portapacchi una pila di cartoni in precario equilibrio e due sacchi di juta, che un tempo dovevano essere di un bel bianco, che penzolano ai lati della ruota posteriore, zeppi di lattine, bottiglie di plastica e cianfrusaglie vari, tra cui - quasi certamente - pure del cibo magari andato a male.

È facile intuire da che zona viene il ragazzino.
Se ne vedono molti come lui lungo le vie di Mae Sot, qui in Thailandia.
Sono i ragazzini del quartiere musulmano.
Il più povero tra i vari quartieri, ma anche il più popolato.
Chi non ha avuto fortuna, sopravvive grazie ai cassonetti della spazzatura.
Un sorta di "popolo dei cassonetti" che fa la raccolta differenziata da cui poter ricavare qualche spicciolo per mettere insieme almeno un pasto al giorno.
E solitamente le bocche da sfamare non sono poche.
Il ragazzino in questione non l'ho visto in volto. Era davanti.
Dunque lo si vedeva solo di spalle.
Una visuale ottimale mi viene da dire.
Una visuale che mi ha mostrato il metro di misura della semplicità: un paio d'ali di farfalla appese con un sottile filo alle spalle del ragazzino.
Ali sgualcite, di un viola sbiadito. Ali sporche, sporche di spazzatura e con evidenti buchi sulla stoffa consumata ormai da chissà quanto tempo.
Di certo quel ragazzino le avrà trovate dentro uno dei svariati cassonetti.
Immagino lo stupore che si sarà dipinto sul suo volto alla vista di quelle ali.
I sogni ed i voli che ha fatto ad occhi aperti.

Forse ali più per una femminuccia. Ma qui non si guarda al rosa bambina, al blu maschietto.
Qui si coglie l'istante, l'occasione per trovare bellezza dove la maggior parte non la vede.
Quell'istante tanto semplice quanto ricco che fa accendere sorrisi su volti sporchi, con mani già adulte, dentro corpi minuti, curvi sotto spalle già cariche di responsabilità.
La semplicità è tutta qui, in un istante.
Un'istante che può divenire l'istante più magico di sempre.
Quegli istanti che hanno il gusto della semplicità come fosse il diamante più prezioso della terra.

Grazie ragazzino di spalle.
Hai avuto la capacità di ricordarmi che la semplicità si misura grazie agli istanti.
Grazie all'arte di tralasciare tutto il superfluo.
Gli istanti che presi uno alla volta sanno di semplicità.
Quell'istante che ha la capacità di far sognare ancora, nonostante tutto.
Che la semplicità si nasconde dentro la bellezza di un paio d'ali di farfalla
A me, a noi. Non resta che crederci.

Ky

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