Leggevo vari commenti ad un
post. Direi una bugia se dicessi di cosa trattava.
È passato un pò di tempo.
Non ricordo nemmeno se era un post su Facebook o Linkedin.
Uno, più di tutti gli
altri, ha catturato la mia attenzione.
Non un'affermazione. Non una
risposta. Non un punto di vista. No. Niente di tutto questo.
La mia attenzione è stata
attratta da una domanda che non ho mai pensato di farmi.
Come
si misura la semplicità?
Bella questa. Già.
Come diavolo si misura la
semplicità?
Davvero non saprei che
rispondere. Almeno, non io.
Forse prima di trovare il
metro di misura sarebbe da chiedersi cos'è la semplicità.
Credo ciascuno abbia una
propria versione di semplicità.
Dunque parlo per me. È solo
il mio punto di vista.
L'arte di capire ciò che si
può tralasciare.
È questo il mio concetto di
semplicità.
La semplicità è un'arte.
L'arte è sempre un qualcosa di soggettivo.
Quel qualcosa che smuove in
noi emozioni sempre diverse.
Visioni differenti. Modi di
sentire intensi e personali.
Ma la semplicità non è
solo arte. È anche un'arte particolare, quella che sa tralasciare
tutto ciò che può essere lasciato andare, messo da parte,
accantonato.
Una sorta di arte che sa
lasciar scivolare tra le dita tutto quelle cose, situazioni,
sensazioni, occasioni, delusioni, emozioni che sono un pò di troppo.
Che occupano troppo spazio e
tempo. Che non fanno andare al nocciolo della questione.
Insomma, tutto ciò che in
qualche modo è un in più e che non può essere d'aiuto o di alcuna
utilità per il nostro percorso di vita.
Ora mi resta la parte più
complessa. Il come si misura la semplicità.
Uso un'immagine. Reale.
Viva. Come se mi fosse appena accaduta.
Due o tre anni fa, non
ricordo.
In scooter con Nadia.
Direzione collina per raggiungere uno dei progetti umanitari di cui
ci occupavamo al tempo.
Nel cuore della città, in
una delle tante strade che la fanno sentire viva.
Davanti a noi, un ragazzino
in sella ad una bicicletta sgangherata.
Fissati al portapacchi una
pila di cartoni in precario equilibrio e due sacchi di juta, che un
tempo dovevano essere di un bel bianco, che penzolano ai lati della
ruota posteriore, zeppi di lattine, bottiglie di plastica e
cianfrusaglie vari, tra cui - quasi certamente - pure del cibo magari
andato a male.
È facile intuire da che
zona viene il ragazzino.
Se ne vedono molti come lui
lungo le vie di Mae Sot, qui in Thailandia.
Sono i ragazzini del
quartiere musulmano.
Il più povero tra i vari
quartieri, ma anche il più popolato.
Chi non ha avuto fortuna,
sopravvive grazie ai cassonetti della spazzatura.
Un sorta di "popolo dei
cassonetti" che fa la raccolta differenziata da cui poter
ricavare qualche spicciolo per mettere insieme almeno un pasto al
giorno.
E solitamente le bocche da
sfamare non sono poche.
Il ragazzino in questione
non l'ho visto in volto. Era davanti.
Dunque lo si vedeva solo di
spalle.
Una visuale ottimale mi
viene da dire.
Una visuale che mi ha
mostrato il metro di misura della semplicità: un paio d'ali di
farfalla appese con un sottile filo alle spalle del ragazzino.
Ali sgualcite, di un viola
sbiadito. Ali sporche, sporche di spazzatura e con evidenti buchi
sulla stoffa consumata ormai da chissà quanto tempo.
Di certo quel ragazzino le
avrà trovate dentro uno dei svariati cassonetti.
Immagino lo stupore che si
sarà dipinto sul suo volto alla vista di quelle ali.
I sogni ed i voli che ha
fatto ad occhi aperti.
Forse ali più per una
femminuccia. Ma qui non si guarda al rosa bambina, al blu maschietto.
Qui si coglie l'istante,
l'occasione per trovare bellezza dove la maggior parte non la vede.
Quell'istante tanto semplice
quanto ricco che fa accendere sorrisi su volti sporchi, con mani già
adulte, dentro corpi minuti, curvi sotto spalle già cariche di
responsabilità.
La semplicità è tutta qui,
in un istante.
Un'istante che può divenire
l'istante più magico di sempre.
Quegli istanti che hanno il
gusto della semplicità come fosse il diamante più prezioso della
terra.
Grazie ragazzino di spalle.
Hai avuto la capacità di
ricordarmi che la semplicità si misura grazie agli istanti.
Grazie all'arte di
tralasciare tutto il superfluo.
Gli istanti che presi uno
alla volta sanno di semplicità.
Quell'istante che ha la
capacità di far sognare ancora, nonostante tutto.
Che la semplicità si nasconde dentro la bellezza di un paio d'ali di farfalla
A me, a noi. Non resta che
crederci.
Ky
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