Non so se
anche a voi capita, ma ci sono certe mattine, sul presto, che mi
sveglio di soprassalto con in testa pensieri tosti e profondi. So che
per ricordarli li devo appuntare, altrimenti rischio si dissolvano
nel vortice di tutte quelle parole, immagini, frasi, lettere,
simboli che mi abitano la mente. Altre volte invece mi sveglio con
colonne sonore che poi mi accompagnano per tutta la giornata e da cui
mi faccio anche distrarre. Mi piace.
Tornando ai
pensieri che hanno il potere di svegliarmi...
Per certo
tutti noi abbiamo perso qualcuno o qualcosa, e siamo anche desiderosi
e quasi in ansia nel tentare di fare la differenza per noi stessi o
per dimostare qualcosa agli altri o per lasciare qualcosa di noi che
continui nel tempo e nello spazio.
In sostanza
siamo ogni istante alla ricerca di una verità che pare sempre a
portata di mano ma che inesorabilmente continua a sfuggire.
E noi a
rincorrerla, veloci all'inizio quando le forze ed il fisico sono più
tonici e carichi di energia, fino a rallentare, sudati, con il
respiro che si fa via via più affannoso e veloce, i battiti del
cuore che arrivano al limite di sopportazione, braccia e gambe sempre
più sudate e appesantite, fino a che rallentiamo per causa di forza
maggiore e ... la verità se ne va, sempre un passo avanti a noi,
sempre beffarda, quasi soddisfatta del nostro invano tentare.
Stiamo lì,
mani poggiate alle ginocchia, capo chino verso il basso come segno di
resa, con le gocce di sudore che colano sul viso, cadono dai capelli
zuppi e toccano terra come tante minuscole goccioline di pioggia. Ci
sentiamo stremati, con i muscoli del corpo che fanno male, l'acido
lattico che pulsa e lascia una sensazione di fastidio, il respiro che
cerca di stabilizzarsi insieme ai battiti cardiaci.
Serve tempo,
serve sempre un lasso di tempo, soggettivo, per ristabilire la condizione di normalità, o presunta tale.
E in tutto
questo processo minuzioso e in sincro come la più bella delle danze,
il nostro cervello è ancora all'inseguimento di quella verità.
Già! È come se non volesse arrendersi, quasi non volesse sentire che il corpo non ce la fa a proseguire nella corsa; e lui testardo, caparbio, orgoglioso e sicuro di sè, lì, che corre, che cerca di afferrare quella verità sfuggente e sfuggevole.
Sa che prima o poi arriverà l'occasione tanto agognata, arriverà, ed anche il corpo, ora stanco e in decompressione, capirà...e saprà così andare oltre i propri limiti, al di là della percezione della fatica e del dolore e sarà pronto ad afferrare la verità tanto inseguita.
Già! È come se non volesse arrendersi, quasi non volesse sentire che il corpo non ce la fa a proseguire nella corsa; e lui testardo, caparbio, orgoglioso e sicuro di sè, lì, che corre, che cerca di afferrare quella verità sfuggente e sfuggevole.
Sa che prima o poi arriverà l'occasione tanto agognata, arriverà, ed anche il corpo, ora stanco e in decompressione, capirà...e saprà così andare oltre i propri limiti, al di là della percezione della fatica e del dolore e sarà pronto ad afferrare la verità tanto inseguita.
Già! Siamo
proprio così. Ciascuno con peculiarità differenti, ma tutti con lo
stesso intimo desiderio di cogliere la verità che sfugge. Certi che,
una volta raggiunta, afferrata, abbracciata e fatta propria, la corsa
non si arresta. Procede, come sempre, con una marcia in più, una
consapevolezza più grande, un'energia raddoppiata.
Siamo
proprio così. Certi di farcela. Ci vorrà tempo, servirà altro
spazio, ma ce la faremo. Questa è la più bella immagine del nostro
essere umani. Uomini e donne che sanno che il solo modo per farcela,
per arrivare fino alla fine ed anche un pò più in là, è credere
fortemente nella speranza.
Lo dicevano
molti anni addietro i nostri nonni e, per quelli della mia
generazione, anche i nostri genitori. Una frase, un proverbio che
racchiude una potente verità:
finchè
c'è
vita
c'è
speranza
Oggi, dati i tempi che
corrono, suona meglio pensare che finchè
c'è speranza c'è vita.
Il succo del discorso però
non muta, nemmeno invertendo l'ordine delle parole.
Una famosa e datata pubblicità affermava "toglietemi tutto ma
non il mio Brail".
Modificando il finale di quella frase imperativa, possimo dire e
gridare
toglietemi
tutto ma non la speranza
La speranza è il motore che muove il corpo, che alimenta l'energia,
che incoraggia i pensieri, che incita la corsa, quella corsa verso
un'altra verità da raggiungere e fare propria.
Ed il ciclo continua, con chi insegue e chi si lascia inseguire, con chi si arresta per riprendere fiato e chi procede, con chi si rimette in carreggiata e riprende la propria corsa per arrivare a toccare e comprendere quella verità tanto sognata, desiderata, bramata, odiata e amata.
Ed il ciclo continua, con chi insegue e chi si lascia inseguire, con chi si arresta per riprendere fiato e chi procede, con chi si rimette in carreggiata e riprende la propria corsa per arrivare a toccare e comprendere quella verità tanto sognata, desiderata, bramata, odiata e amata.
Ciascuno con i suoi tempi, ciascuno con i suoi passi ma tutti verso
la stessa meta.
Cambiano i percorsi e le modalità, ma la meta è quella.
Sempre
quella, per tutti noi.
alla ricerca della verità che pare sempre a portata di mano,
che inesorabilmente continua a sfuggire
ma che invoglia a proseguire.
Three, two, one let's go!
Ky
Ky
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